Una piccola enciclopedia dei mali dell'uomo moderno.
Con Rooms Of A Sick Mind, il cantautore cremonese Bona Head si immerge in un viaggio intenso attraverso i mali psicologici della società contemporanea. In dieci tracce, esplora le complessità delle fobie sociali, delle dipendenze dai social media, della schizofrenia e dell'ipocondria, tutti temi delicati e attuali, trattati con un tocco personale che affonda le radici nell'alternative rock anni ’80 e ’90.
La sua scelta di cantare esclusivamente in inglese aiuta a conferire una patina internazionale al progetto, mentre il sound si muove con disinvoltura tra rock alternativo, metal melodico e hard rock, senza disdegnare elementi più morbidi e accattivanti che richiamano al pop. Questa varietà sonora rende l’album un mosaico di influenze, che va dai richiami ai Queen di Social Phobia all'eco brit pop degli Stereophonics in Depersonalization. Anche le incursioni più recenti, come quelle ispirate al Bowie di Blackstar in Split, ampliano il panorama sonoro del disco.
L’album non presenta momenti di particolare originalità o pezzi che spiccano per innovazione, ma ciò che manca in termini di picchi emotivi è compensato dalla coerenza dell’intero lavoro e dalla sincerità con cui Bona Head racconta il disagio umano. Rooms Of A Sick Mind è, in definitiva, un'opera apprezzabile, che, pur non gridando al capolavoro, dimostra l'onestà artistica di un musicista esperto del circuito rock alternativo, pronto a dare voce ai tormenti della nostra epoca.
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La recensione Rooms of a Sick Mind di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-11-10 09:26:58
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