Dieci pezzi di alternative rock che sembrano usciti dagli anni '90 ma in grado di suonare maledettamente attuali
Disagio, dolcezza, grunge e chitarre elettriche. Sono questi i cardini attorno ai quali ruota senza soluzione di continuità NOI CHE VIVIAMO IN UN MONDO PERFETTO, il disco d'esordio di caspio, nom de plume dietro cui si cela Giorgio Di Gregorio, cantante e polistrumentista originario di Trieste.
Prodotto in completa indipendenza e distribuito da Believe Music Italia, il primo "Long Playing" del musicista friulano si discosta dalle atmosfere new wave e itpop dei suoi EP precedenti (Giorni Vuoti del 2019 e e fugit del 2021), andando incontro a una pletora di sonorità e influenze incluse sotto quella gigantesca campana di vetro che risponde al nome di "alternative rock".
Nelle dieci tracce attraverso le quali NOI CHE VIVIAMO IN UN MONDO PERFETTO si snoda, caspio abbraccia infatti una serie di atmosfere musicali che, nel corso degli anni '90, rimbalzavano come schegge impazzite tra le due sponde dell'Oceano Atlantico: dal college rock dei Pixies (CINICO) al grungepiù e meno ruvido di Nirvana e Smashing Pumpkins (NORMALIeIMPROVVISAMENTE), passando per il post-grunge britannico dei Radiohead (ARRENDERSI) e alla sua controparte "nostrana" di Marlene Kuntz e Afterhours (COME DOVEVA ANDARE e PRIMA DI IMPAZZIRE).
Il risultato di questo a tratti nostalgico melting-pot strumentale è un disco in grado di alternare muri di chitarre sature di distorsione, monolitici groove di batteria e crepuscolari intermezzi acustici. Un continuo gioco di contrasti, in pieno stile grunge, che ha come trait d'union la voce di caspio che, con il suo tono pacato e sognante, racconta le ansie e le paure vissute da una generazione costretta a vivere in una realtà sempre più restìa ad accettare le nostre debolezze e "momenti no".
Un mondo ormai impregnato da un posticcio senso di benessere filtrato dagli schermi di smartphone e PC, per il quale non siamo mai abbastanza belli, bravi, forti e performanti. Quest'ansia di "apparire sempre al top" sussurrata nelle nostre orecchie dal cantante triestino ci costringe giorno dopo giorno a rinunciare a un piccolo pezzetto della nostra libertà e del nostro tempo, inseguendo la falsa promessa di un futuro migliore.
Mi sento come se appartenessi
A una categoria di poveri stronzi
Cresciuti con centinaia di personaggi, di sigle, di altri mondi
Facile è la bugia che ti fa credere invano
Di potercela fare
Di essere diverso dagli altri
Ma ritrovarti a mangiare lo stesso pane
Canta caspio in COME DOVEVA ANDARE, la terza traccia del suo primo disco. NOI CHE VIVIAMO IN UN MONDO PERFETTO è un disco in grado proporre con freschezza e originalità suoni e atmosfere che, fresche e originali, non lo sono più da tanto, troppo tempo.
Un lavoro di indubbio spessore e qualità, tanto sul piano musicale quanto su quello lirico, che ci fa inevitabilmente riflettere su come il disagio, l'ansia e la paura di "non essere mai abbastanza" vissute dalla Generazione X non siano poi così tanto diverse da quelle provate dai giovani d'oggi.
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La recensione NOI CHE VIVIAMO IN UN MONDO PERFETTO di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-01-10 09:29:21
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