Una dark comedy a episodi.
Il cinema, i fumetti, l’animazione. Il filo è inevitabilmente rosso e si inerpica lungo gli interstizi di una visuale decisamente pop. Nel senso di popular, non di altro. Von Datty, al secolo Roberto Datti, prende in prestito l’arte visiva (arte visiva pop, appunto) per piegarla a un racconto personale, temerario. “Dark comedy a episodi”, parole sue. “Concept album”, parole di chi scrive. Sbagliando, per carità, ma semplificare può servire.
Lo slalom parte già dal titolo: Storia moderna richiama, almeno in parte, uno dei primi lungometraggi di Marco Ferreri. Per quel che riguarda la tracklist, invece, vige l’imbarazzo della scelta: Walt Disney (“Biancaneve”), “Il silenzio degli innocenti”, i ragazzi soldato di “Monos”, la Valentina di Guido Crepax. E molto altro, leggasi scazzi personali, personaggi strambi, vite spericolate. La scrittura di Von Datty non è calligrafica né, tantomeno, didascalica: i copioni originali, che siano tratti da uno storyboard o meno, sono stati messi da parte. Si seguono gli umori di chi ha deciso di rimestarli, di reinventarli, di rimetterli a nuovo sfruttando una patina di originalità. Così, ai personaggi presi in esame non resta altro che imbarcarsi in nuove vite, in nuove avventure. Contesti differenti. Forma e sostanza differenti.
Già, la forma. Per Von Datty è una questione di tiro. Tiro funk. Il groove è potente, le tastiere trasudano quel po' di psichedelia, gli arrangiamenti sono sontuosi, pastosi senza rendersi stucchevoli. Monos, per dire: non vi sembra che quella ritmica di chitarra possa apparentarsi allo stile di Nile Rodgers? E quei fiati, distribuiti con saggezza qua e là, non evocano forse l’eleganza dell’acid jazz? Poi, è vero, qui, tra questi solchi, è possibile trovare di tutto: in primis persino un accenno al beat (l’attacco di Carousel) se non alla fase conclusiva degli anni ’60 (i soffici tocchi à la Manzarek in Canzone allucinata), . Oltre a una ospitata non di poco conto, riferimento non casuale al cameo dell’ex Delta V Georgeanne Kalweit, calata nella parte di Clarice Sterling: già, siamo nel mezzo del già menzionato “Il silenzio degli innocenti”, rivisitato nel testo di Profiler. Guai a dimenticare la voce narrante che si incarica di aprire e chiudere l’album, quella dell’attore Nicola Vicidomini: in napoletano verace, così, tanto per spiazzare, casomai ce ne fosse il bisogno.
Storia moderna si avvale della produzione artistica di Pierfrancesco Aliotta, Giorgio Baldi e dello stesso Von Datty. Esce in forma liquida ma soprattutto in vinile. Che è un po' il destino degli album dispensatori di forme indistinte di bellezza.
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La recensione Storia Moderna di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-11-26 10:35:00
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