"SARAH" dei LEHAVRE è carica di buone premesse, ma non tutte si traducono in fatti: rimane il percorso che la band si sta costruendo a suon di singoli
SARAH è il nuovo pezzo dei LEHAVRE, trio di Pompei che con questa uscita tocca quota tre pubblicazioni, tutti singoli. Dedicato all'autrice britannica Sarah Kane, morta suicida a 28 anni, il brano è una secchiata di fuzz in faccia all'ascoltatore, che vuole unire la velocità del punk ad un riffone ricorrente a metà tra i Led Zeppelin e i Kasabian, tutto pompato a sufficienza per trasformare l'amalgama in una versione più sporca dei Måneskin.
I LEHAVRE sono soliti riempire i propri pezzi con una notevole quantità di citazioni al mondo dell'arte e della cultura pop (già i titoli dei due singoli precedenti a SARAH rendono bene l'idea: COME I CLASH e VAN GOGH), e quest'ultimo singolo non fa eccezione. La principale differenza è che stavolta i riferimenti sono più oscuri, e non basterà un giro su Wikipedia per coglierli tutti. Il pezzo gioca molto su immagini e simboli, e la narrazione in prima persona svolge bene il ruolo di avvicinamento dell'ascoltatore all'immedesimazione con ciò che viene raccontato.
Rimane purtroppo la sensazione che sia tutto un po'... troppo: immaginando che la voce graffiatissima e gli strumenti pompati al massimo vogliano essere un modo di esprimere su più livelli il disagio raccontato nel pezzo, l'impressione, già dai primi ascolti, è che comunque qualcosa non torni. Non aiuta un riff ultra abusato in mille forme diverse, non aiuta un bridge che sembra scimmiottare il rock più maledetto e sopra le righe, più che incarnarlo.
I LEHAVRE sono comunque partiti bene e questo singolo dà un punto di vista nuovo a chi si è interessato a loro. Curioso di scoprire cosa il futuro riserverà loro.
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La recensione SARAH di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-11-27 13:12:00
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