Tre minuti di rap old-school contro l'omologazione musicale che ha contaminato anche una sottocultura vitale come l'hip-hop
Quello che resta è il titolo del nuovo singolo di Braff, rapper originario di Genova, ritornato tra i caruggi della sua città natale dopo una decina di anni passati tra la nebbia e le strade di Milano. Prodotto e distribuito in completa autonomia, l'ultimo pezzo dell'artista ligure è un vero e proprio assalto frontale contro le dinamiche più malate dell'attuale music business.
Un insieme di compromessi, fatto di rigide logiche di mercato e omologazione imposta, che nel corso degli anni è riuscito a svalicare i confini del pop mainstream, andando a infettare la credibilità di un genere originale, alternativo e tradizionalmente "di protesta" come l'hip-hop.
Ma se poi noi facciamo le stesse cose
Come possiamo colpire l'ascoltatore?
Le pose nelle storie con finti sorrisi, Joker
Non ho capito: sei scrittore, attore oppure TikToker?
Canta Braff nel suo ultimo singolo. Rime, incastri e punchline di ottima fattura, dal forte retrogusto conscious srotolate dal rapper genovese su una strumentale squisitamente old school, confezionata dal producer Macro Marco.
Quello che resta è una traccia di hip-hop con tutti i sacri crismi, scritta da un artista che, è il caso di dirlo, ha alle spalle un'adeguata gavetta con la quale puntare il dito contro le moderne dinamiche di un mercato musicale che, ormai schiavo di numeri, streaming e fatturati, è sempre più attratto dalla forma piuttosto che dalla sostanza.
L'ennesima dimostrazione di come, quando non ti riconosci più nell'ambiente che ti circonda, è meglio salutare tutti quanti e fare le cose di testa propria, con quella logica del DIY ("Do It Yorself"), che dovrebbe tornare ad animare la scena rap non solo italiana.
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La recensione Quello che Resta di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-12-10 15:55:00
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