Viaggiare lungo le coste del Mar Mediterraneo, cullati da placide correnti jazz, funk e latin music
Un album scritto da un musicista pugliese ma trapiantato da anni a Bologna che, risalendo lungo la costa tirrenica, si ferma ad ammirare i paesaggi di Napoli e della Liguria prima di superare lo Stretto di Gibilterra e salpare alla volta dell'America Latina. È questo l'incredibile gioco di contrasti che imperla Boxe, il disco d'esordio di Giargo, moniker dietro cui si cela il musicista Giorgio Michele Longo.
L'album si compone di dodici tracce nelle quali l'artista nato e cresciuto sull'asse Foggia-Bologna rimbalza continuamente tra il Bacino del Mediterraneo e il Sud America. Un viaggio in volo planare sull'Oceano Atlantico compiuto in compagnia di un equipaggio fidato e maledettamente competente: i Baia Zaiana, ensemble di sei elementi che ha prodotto e arrangiato tutti i pezzi presenti nella tracklist di Boxe.
Questo repentino peregrinare sonoro viene riversato in un lavoro diviso in due parti, perfettamente complementari tra loro. La prima ha come pietra d'angolo le allegre e rilassanti atmosfere del funk e della latin music. Un collage di suoni che, passando dalle spiagge assolate di Varigotti (Piaggio) e la voglia di fuggire dal traffico, i palazzi e lo smog della grande città (Crescere) si infrange, come le onde sulla battigia, tra le lamentele di amici che al sabato sera ti si accollano per parlare dei loro problemi di cuore (BOXE) riverberate tra i deliziosi profumi che allietano la campagna ligure (Basilico).
Ancora più smooth la seconda parte del disco, più vicina in questo caso all'eleganza del pop rock e della jazz fusion di fine anni '70. Panorami distesi e lisergici, a tratti quasi malinconici, nei quali Giargo canta della fame d'amore che presto o tardi assale anche i lupi più solitari (Malinconij) e il viaggio compiuto da due moderni Paolo Malatesta e Francesca Da Rimini tra i quartieri di una Napoli bagnata dalla pioggia (Proemio e Dante).
Il risultato di questo rilassante viaggio sonoro e visivo è un disco che, pur nella sua compattezza e coerenza sonora, riesce a inglobare al suo interno una quantità di stili ed influenze davvero sorprendente: da Lucio Battisti di Anima Latina e Una Giornata Uggiosa al Pino Daniele di fine anni '70, passando per artisti più vicini ai nostri giorni, ma capaci comunque di trasformare in musica i paesaggi, i profumi e i sapori mediterranei più autentici, come Nu Genea e Marco Castello.
Boxeè un disco tanto coeso quanto sfaccettato, che grazie al suo costante dialogo tra tropicalismi jazz-funk e la tradizione musicale italo-partenopea accalappia immediatamente chiunque lo ascolti. Un viaggio diviso tra l'onirica realtà del suo lato A e i sogni lucidi del suo lato B, che dimostra come le grandi aspettative da noi riposte in Giargo - è stato inserito nella nostra lista dei "100 nomi della musica italiana del 2023" - siano state pienamente ripagate e soddisfatte.
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La recensione BOXE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-12-21 23:36:13
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