Shoegaze in italiano, estetica e suono che si mescolano alla perfezione, filtrando una voce sguaiata: benvenuti a Laguna Beach
Se decidi di fondare una band, di imbracciare chitarre ed effetti che rimandano allo shoegaze in modo diretto, e soprattutto decidi di chiamarti come un capolavoro dei Cocteau Twins, allora è perché hai deciso che la tua non è soltanto un'avventura musicale, ma proprio una missione. Perché quando si rimane in questo ambito sonoro, una ricerca della bellezza attraverso i distorsori, l'entrata nella dimensione del culto è quasi immediata.
Il viaggio dei Heaver or Las Vegas, che li sta portando lentamente al rilascio del loro primo disco, passa anche da Laguna Beach, singolo molto interessante uscito per Dischi Soviet Studio. Lo sforzo di dare allo shoegaze delle parole in italiano è la prima cosa che va notata, e lodata. Se Elizabeth Fraser ci ha messo anni a passare dal suo strano gaelico all'inglese - lingua che si addice molto bene al genere -, lo sforzo di passare all'italiano non deve essere stato indifferente, ma ha pagato senza dubbio.
La credibilità del progetto della band padovana però passa anche dalla ricerca estetica, da quel marziano verde che sta campeggiando sulle cover degli ultimi quattro singoli, come a voler personalizzare un percorso, a cercare un richiamo a cui fare agganciare un pubblico, che si crea non solo con i suoni, già di per sé ottimi. Il lavoro sulla breve durata ha dato già ottimi risultati, tra effetti che sporcano una voce sguaiata e riff piangenti che richiamano i nostri Soviet Soviet. Non vediamo l'ora che sia il 13 dicembre.
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La recensione Laguna Beach di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-12-04 10:00:00
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