SapadaSAN LUIGI (o il Dio della Musica)2024 - Indie, Funk, Folk

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I SAPADA, da grandi, vogliono fare i musicisti e raccontano in una bachata simil-acappella le paure, le preoccupazioni e la voglia di vivere che questo sogno porta con sé

Verso la fine del liceo, succede che alla domanda “che cosa vuoi fare da grande?”, bisogna iniziare a rispondere in modo un po’ più ragionato e concreto. Soprattutto, tocca iniziare ad abbandonare qualche strada: l’astronauta, il presidente, il calciatore sono ancora destini realizzabili, certo, ma è il momento in cui bisogna incanalarsi per bene entro il percorso adeguato. I SAPADA, duo veneto composto da Alberto Da Ros e Francesco Freschet, hanno scritto SAN LUIGI (o il Dio della Musica) durante l’ultimo anno del liceo, proprio nel momento in cui hanno deciso che da grandi volevano fare i musicisti. E dentro al brano, hanno riversato tutto quello che questa volontà porta con sé: sogni, paure, preoccupazioni, desideri, consapevolezze.

I SAPADA prendono il nome dal paesino di montagna dove ogni tanto si rifugiano per far sentire ai loro amici i loro nuovi pezzi, e dicono di fare musica con l’intento di risultare simpatici a chi li ascolta. Si sono conosciuti il primo anno delle superiori, e ora che le hanno concluse stanno dedicando le loro forze a questa vita musicale. Il primo singolo, Nome Palindromo, è stato rilasciato a maggio dello scorso anno. SAN LUIGI (o il Dio Della Musica) è il secondo, dedicato a colui che è, appunto, il Dio della Musica, ovvero la divinità a cui appellarsi per realizzare il loro desiderio.

Il brano suscita senza molti dubbi la simpatia che i due cercano. Tra le “r” pronunciate con marcata cadenza veneta, e il fatto che si tratta dii una canzone in cui dei ragazzi cercano di verbalizzare i loro sogni più vivi, risultare simpatici non è un’impresa titanica.

Ma più che la simpatia, quello che rimane è quanto questo pezzo, solo il secondo di questo progetto musicale, sia scritto bene: dai vocaboli scelti, alla metrica, fino alle sonorità e alla produzione, tutto quanto scorre fluido. All’inizio il pezzo è una bachata, che ben presto si trasforma in un brano simil-acappella, che ricorda alcuni dei pezzi più witty degli Eugenio in via di Gioia. Una lunga serie di parole, perfettamente incastrate nei tempi delle strofe, si susseguono senza una canonica struttura-canzone, fino a entrare in un crescendo che accompagna come una rampa di lancio all’epilogo. I due si promettono di provarci fino all’ultimo rigurgito di verso sputato, e che se non fossi capace, e se non fossi abbastanza tenace, non ho nient’altro di meglio da fare. Ma soprattutto, che se anche arrivassi a fallire davvero, dio non è morto, è più puro, più vero, e vivere un sogno è la mia religione.

I SAPADA sperano di risultare simpatici, e che questa simpatia spinga chi li ascolta a sperare che il loro sogno di far musica si realizzi. Io personalmente non lo spero per simpatia. Lo spero perché, se questo è quanto hanno prodotto solamente all’inizio della loro storia, credo che i due possiedano un talento prezioso, e che sia più che giusto conceder loro di andare avanti.

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La recensione SAN LUIGI (o il Dio della Musica) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-01-06 17:14:00

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