"Aphros" vuole far viaggiare e ci riesce benissimo, trascinandoci verso un oriente a portata di dancefloor
Nato nel 2023, quello di Apocalypse Vagina è un progetto di musica elettronica con uno scopo ben preciso: portare l'ascoltatore in una dimensione altra, talvolta distopica, e "ribaltare la prospettiva e partire dalla fine per iniziare di nuovo" (spiegazione che chiarifica anche il nome del progetto).
Lo fanno mescolando strumentazione analogica e computer, e ciò che ne deriva è un ibrido di ambient, techno, jungle e dark synth. Aphros, ultimo singolo risalente a novembre, è una dimostrazione lampante di quanto scritto sopra, oltre che essere un pezzo 1) molto figo e 2) dalla genesi piuttosto interessante.
Seguo quindi il mantra degli A.V. e parto dall'ultimo punto: lo scorso 30 giugno la band si esibisce al Tempio di Segesta (provincia di Trapani, Sicilia), dedicato ad Afrodite Urania, dea dell'amore puro e ideale. L'esperienza è profonda e spinge Apocalypse Vagina a dedicare il pezzo a questa divinità, espediente per andare su sonorità orientali, subito riconoscibili già dal sample vocale che apre il pezzo, oltre che da incursioni percussive acustiche che contribuiscono allo scopo.
Aphros è un saliscendi continuo, che sfrutta al meglio i propri elementi senza lasciare spazio al superfluo. Momenti di svuoto e caricamenti si alternano coerentemente al flow sviluppato dal brano, e le diverse anime del progetto accennate sopra sono tutte presenti e riconoscibili: basti pensare ai primi secondi del pezzo, ambient totale che sfocia in un arpeggio acidulo di sintetizzatore; rispetto ai climax del pezzo in cui jungle e techno fanno la voce grossa.
Aphros è all'altezza dei propri obbiettivi, ed effettivamente risulta capace di rapire e mandare in trance l'ascoltatore, facendo viaggiare con la mente là dove il corpo, in mancanza d'altro, si limiterà a ballare. Potrebbe andare peggio, no?
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La recensione Aphros di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-12-23 16:48:00
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