Sette tracce eleganti e riflessive, in bilico tra AOR, psichedelia e indie-folk
Nightvision è il titolo del disco d'esordio dei The Orange Cave, progetto musicale originario di Milano, nato dall'incontro tra Manolo Alagna (basso e voce) e Francesco Fantini (chitarra). Sette tracce, per una mezz'ora scarsa di ascolto, nelle quali il duo meneghino, insieme al pianista/bassista Matteo Maranzana e al producer Ferdinando Fugazza, compone eleganti intrecci di chitarra acustica ed elettrica che si adagiano come pulviscolo su morbidi tappeti ritmici di basso e batteria.
Il risultato di questo puzzle armonico è un album capace di diffondere nei nostri padiglioni auricolari atmosfere rilassanti e raffinate, che spaziano all'interno di generi come l'album-oriented rock dei Dire Straits, la neo-psichedelia a là Brian Jonestown Massacre e l'indie folk di Father John Misty.
Panorami sonori spesso vicini alla musica d'oltreoceano, solcati dalla voce distesa e ben addomesticata di Alagna che, grazie a una pronuncia inglese tutto sommato accettabile, intona testi sfuggentemente introspettivi. Strofe nelle quali vengono evocate storie di cuori infranti (Ghostly Heart), cadenzate da quella ricerca di un equilibrio interiore (Jungle Island) che spesso ci porta alla perdita di cose e persone a noi care (Lesson of Life) e conflitti in grado di smuovere il nostro animo dalle sue fondamenta (Pirate's Heart).
Nightvision è un disco che grazie ai suoi arrangiamenti semplici ma ben curati e al suo mood riflessivo, rappresenta un'ideale colonna sonora per i nostri momenti di quiete; quelli nei quali decidiamo di mollare gli ormeggi con la nostra mente verso i lontani e sconosciuti orizzonti della nostra fantasia. Un'opera prima davvero ben riuscita, che accresce la nostra curiosità verso i prossimi passi che i The Orange Cave compiranno nel prossimo futuro.
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La recensione Nightvision di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-12-26 23:44:24
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