I Seta Di Porpora suscitano reazioni ambivalenti. Da una parte c’è una buonissima ricerca letteraria nei testi. Dall’altra invece c’è una musica che a tratti ricorda una versione rallentata dei Marlene Kuntz. Questo a causa di intrecci chitarristici che arrotano riff taglienti ma mai estremi. E soprattutto per le – incerte – linee vocali del cantante Brian Zaninoni, che seguono le stesse soluzioni ondivaghe dell’autore di “La Canzone Che Scrivo Per Te”. Alla fine restano un pugno di brani che suonano acerbi. E che non convincono.
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