Un disco di ricerca, di accettazione di sé, di conferma di una bravura senza uguali
Come Kendrick anche Marracash ha fatto uscire un disco a sorpresa. Un disco “finito di registrare una settimana fa” come raccontato dall'artista in conferenza stampa, un disco che si intitola “E' finita la pace”. Qualche anno fa, con la sfrontatezza della periferia e della gioventù, si definì il “king” del rap, nel 2024 Marra è senza dubbio il re del rap in Italia. Il suo stile è fresco ma non dimentica le radici dell'old school, il suo cantare è potente, irriverente, politico e coraggioso. Il disco dura poco meno di 46 minuti, finisce e hai voglia di riascoltarlo. Vuoi per entrare nei testi, vuoi per godere della musica, vuoi per perderti nella somma delle due cose. “E' finita la pace è la chiusura di una trilogia iniziata nel 2019 con Persona ed è l'ultimo tassello di un percorso personale dove ho cercato di trovare una mia voce, un modo mio di fare musica. Questo penso sia il tema di tutta la trilogia” dice Marra davanti a giornaliste e giornalisti “la ricerca di se stessi e l'accettazione di se stessi”. Un viaggio quello dell'artista nato nel 1979 che lo mette a un gradino diverso, più alto, rispetto al resto dei rapper del nostro Paese.
Non ha paura di parlare di “genocidio a Gaza”, “Governo di fasci che dice frasi preistoriche/Pensano che basti riempire il vuoto con l’ordine” e indaga con coraggio il tema di genere in Troi*, una scelta non banale soprattutto nell'ambiente del rap italiano che nonostante il mondo proponga importati e fondamentali ragionamenti per superare binarismi, sessismi e patriarcato continua a utilizzare il “sesso” come forma di potere e l'uso di parole come puttana e troia come dispregiativi. Marra prova a fare un passo avanti, si da della troi* e canta “Che si fotta l’equilibrio/Muoia la stabilità, La sposa, l’unione/La noia, l’amore/Meglio/cedere all’istinto,L’attrazione chimica,La pelle, l’odore/La voglia, l’amore/Sempre” e prima ancora “Perché ogni donna che becco/Non riesco a non pensare/A come sarebbe a letto?/Sospetto ogni uomo fa questo/Forse sono solo l’unico qui a essere onesto/Dire playboy/Non sarebbe lo stesso/Casanova, Dongiovanni,Troi* lo rende meglio/Ok non è amore di certo però/Siamo due persone non è mai solo sesso”. La canzone aprirà dibattito a me spetta notare il coraggio ed il provarci.
Marra in questo non è mai banale, è eretico e sperimentale. Per quanto non ami le immagini regali e la stratificazione del potere, solo una persona che si sente finalmente forte, forse un re, ci può provare e lui non scappa alla responsabilità. E così in “Happy End” si lascia andare quando scrive “La vittoria è personale solo quando è personalizzata/Con Persona finisce la pace, sono la vittoria impersonificata/Io dal fango esco profumato ora agiato però mai adagiato. Cosa cambia tra crimine e stato? È che solo il primo è organizzato/Piccoli step vedo che copiano in ogni dettaglio/Victory lap, se non mi sono distrutto da solo allora nessuno può farlo”.
Se Kendrick Lamar ha scosso l'industria discografica con GXN, ponendo un punto tra i più alti delle pubblicazioni 2024, Marracash, nato al sud e cresciuto alla Barona, fa lo stesso con “E' finita la pace”, uno dei dischi migliori dell'anno. Sicuramente tra i migliori tre che ho sentito quest'anno. Sarà la fine della trilogia di Marra ma certamente è una ventata d'aria fresca nel rap e nella musica del nostro paese. “Per la mia crescita volevo arrivare a fare il disco più personale che potessi fare” - dice Fabio Bartolo Rizzo, vero nome di Marracash “per quel che riguarda il discorso sociale, penso che sia abbastanza chiaro a tutti, che è un momento molto delicato della storia per cui c'è un malessere percepibile, un po' ovunque. Dove c'è un'ansia, un inquietudine sul futuro che penso sentiamo tutti e forse a maggiora ragione i giovani che forse non si immaginano nemmeno di averlo è così arriviamo al titolo”. Il titolo racconta anche delle difficoltà di Marra che dopo il Marrageddon “è finito in burn out” non sapeva che cosa fare, come ha raccontato in conferenza stampa. “È finita la pace ha un triplice significato: è finita la pace per me, quella pace in cui ho concepito il disco. È finita la pace per gli altri, il disco vuole essere un manifesto e in stile tipicamente hip hop un guanto di sfida. Ed è finita la pace nel mondo, non in senso letterale ma nel senso che il mondo oggi è una polveriera non solo di guerra ma anche di sconvolgimenti e fatti che preoccupano un po' tutti”. Un regalo di natale anticipato, un regalo alla musica italiano, un disco da ascoltare a tutto volume più volte. “È finita la pace” mette un nuovo punto, e apre le porte al tour negli stadi di Marracash nell'estate 2025.
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La recensione È finita la pace di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-12-16 10:02:00
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