A volte quasi ci si vergogna ad ammettere che certa musica possa ancora piacere, essendo passati ormai diversi anni da quando si militava a pieno titolo nella squadra della gioventù. Quando però ti trovi ad ascoltare qualcosa di interessante che ti riporta indietro negli anni (in quegli anni) non ti tiri indietro e infili il cd a ripetizione per riassaporare quelle sensazioni. Succede raramente, ma con l'opera prima a nome Juan Mordecai non puoi far altro che cascarci completamente; d'altronde stiamo parlando di una band che (ri)nasce dalle ceneri degli storici Karma e musicalmente si colloca proprio in quel decennio che per i trentenni di oggi ha significato la scoperta della musica rock.
Viene da sé che dentro "Songs of flesh and blood" ritroverete tutto quanto avevate in qualche modo dimenticato di quei due lustri; tornano ad esempio alla mente soprattutto gli Screaming Trees, il principale riferimento di David Moretti e Andrea Viti, ovvero i due pilastri di un progetto che vede arruolati diversi musicisti (fra cui compare anche il nome di Xabier Iriondo). Tutto funziona alla perfezione e ciò grazie all'esperienza che la band può vantare in anni di militanza sopra i palchi e dentro gli studi di registrazione; il risultato quindi è a tratti eccellente, sia che si tratti di ballate ("The flesh song", "Merry round", "Rose") che in particolar modo di climax sonori ("I saw you", "3 little lusts", "Desert tree", "Black clouds" e la conclusiva "Demon lover"), episodi presenti in numero maggiore e in cui viene fuori il soul di cui sono capaci i Nostri. A chiudere il cerchio anche rockettoni come "Prodigal son" e "Someone better", a ricalcare splendidamente quello stereotipo di cui sono (siamo!) figli.
Come da programma, l'intero lavoro è pervaso da un'atmosfera tipicamente desertica, altro classico trait-d'union su cui poggiano le 11 tracce di un disco che oltreOceano spopolerebbe nelle classifiche di genere sbaragliando persino la concorrenza interna.
Adesso manca solo di vederli in azione dal vivo per ripensarsi giovani insieme a tanti altri. E chissà che, dopo aver resuscitato i Karma, non avvenga l'ennesimo miracolo…
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La recensione Songs Of Flesh And Blood di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-06-04 00:00:00
COMMENTI (5)
io ricordo che i karma live erano perfetti..penso che non deludano.
guardando in home page..."dalle ceneri dei Kama"...ho pensato che il camattini avesse fatto una brutta fine, bruciato in un ostello comunale.
:=
adesso aspetto veramente di vederli in azione sul palco...
questo è il rock senza altri mezzi termini d'uso..indie o boiate varie..questo ritorno segna uno sguardo in dietro ma un passoin avanti..per non dimenticare cos'è stata davvero la musica negli anni 90..anni in cui le mode andavano a farsi fottere e contava solo la sinergia fra band e pubblico.Con questi ritorni c'è da sperare.
tutto questo è molto molto fiquo e corro a prendermi il ciddì
FINALMENTE!!!
bentornati