Sette pezzi che, facendosi strada tra l'indie rock e il post-punk, rimbalzano tra cosmico pessimismo e incoraggianti speranze
Un album bifronte, in grado di far convivere all'interno delle proprie tracce visioni ottimistiche e pessimistiche dotate di forza uguale e contraria. È questo il nucleo attorno al quale ruota Nothing Lasts Forever, il primo EP degli All You Can Hate, quartetto originario di Roma e attivo da qualche anno nel circuito underground della Capitale.
Prodotto dall'etichetta indipendente Kosmica dischi, il primo (mini) album del gruppo laziale si compone di sei tracce alla deriva tra le tantissime correnti incluse in quel gigantesco flusso sonoro che risponde al nome di musica alternative.
Durante il quarto d'ora attraverso il quale Nothing Lasts Forever si snoda, gli All You Can Hate toccano infatti atmosfere vicine a generi come il garage rock contemporaneo (Choices), il post-punk (Not Gonna Change the World) l'indie rock (I Don't Care) la neopsichedelia (Everybody's Gone) e l'emo (Fairy Tales).
Riff di chitarre sature di distorsioni e riverberi, tanto incisivi quanto aspersi, che insieme al solido tiro ritmico della batteria, formano un collage di pezzi in grado di inglobare al loro interno la musica di artisti sia anglofoni (Interpol e Fontaines D.C.) che italiani (Fine Before You Came).
Atmosfere dal forte retrogusto agrodolce, affiancate da testi nei quali la band romana esplora i tanti conflitti interni che molti di noi sono costretti a vivere ogni giorno, veicolati da una società sempre più vicina a una parossistica alienazione: dal senso di disequilibrio che i social media infondono alla nostra salute mentale alla visione sempre più disillusa che le persone hanno verso il concetto di "amore".
Tematiche estremamente attuali e aderenti alla realtà, che gli All You Can Hate hanno deciso di incapsulare nel titolo stesso del disco: Niente dura per sempre. Una duplice prospettiva nichilista e ottimista, in grado di scorgere l'effimera e futile transitorietà delle nostre esistenza, ricordandoci allo stesso tempo come il dolore, la depressione e l’apatia, con la giusta dose di fiducia e amor proprio, siano fenomeni destinati a dissolversi.
Pronuncia inglese a tratti un po' "maccheronica" del cantante e paroliere Salvatore Alcamisi a parte, Nothing Lasts Forever degli All You Can Hate è un lavoro di ottima qualità, sia sul piano di vista musicale che contenutistico.
Un EP capace in un tempo relativamente breve di unire un sound alt-rock al passo coi tempi e testi di spessore, maledettame inseriti nel difficile e contraddittorio presente che tutti noi siamo costretti a vivere giorno dopo giorno.
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La recensione Nothing Lasts Forever di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-01-18 14:20:53
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