I Sensazione. Un nome come questo sembra quasi ovvio per una band che ha deciso di entrare nel gotha delle band italiane ispirandosi a nomi come Afterhours. E riescono bene, premendo l’acceleratore del feedback si portano fino a sonorità hard rock. Ottime le parti cantate da Gabriele che si ispira a Manuel Agnelli e propone parti urlate a squarciagola durante i ritornelli e delicate nelle strofe. Il primo brano sfodera un'energia assolutamente ineccepibile. Le coinvolgenti melodie di chitarre e il basso groove scuotono fin dentro.
Nel resto del disco il sound pesante quasi metal è interrotto da piccole schegge elettroniche che introducono i brani. I testi tesi su un’idea di lucida follia (“le allucinazioni aumentano, vedo cose che gli altri non vedono”) si susseguono in un crescendo volto a degenerare nell’ultima traccia, la più elettronica, delirante e squilibrata.
Chi apprezza la musica italiana rock, per fare dei nomi, tipo Verdena oppure anche Marlene Kuntz si troverà di fronte a un lavoro melodico e potente e si domanderà come mai non si parla in giro dei Sensazione come delle band già citate. Hanno autoprodotto questo album in maniera impeccabile; pieno di umori densi, profondi, oppure distorti. E' un album emozionante. Mi auguro che raggiungano il consenso che meritano.
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