Nove tracce in bilico tra sogno e realtà, capaci di danzare leggere tra tradizione napoletana e maliosi sfizi etnici
Un suggestivo periplo tra gli scorci, i suoni e le atmosfere del Mar Mediterraneo, compiuto seguendo l'ago di una bussola che, al posto del Nord, punta sempre verso il Golfo di Napoli. È questo il riassunto di Koiné, il nuovo viaggio sonoro compiuto da Pellegrino insieme al suo progetto musicale Zodyaco.
A più di quattro anni di distanza da Morphé, l'artista partenopeo ritorna con nove tracce che abbracciano e approfondiscono quel Neapolitan melodic disco from the slopes of Vesuvius già sfoderato nel suo secondo disco in studio. Ispirato dalle pagine di Elogio della fuga, saggio scritto nel 1976 da Henri Laborit, Pellegrino ha deciso infatti di creare un vero e proprio melting-pot musicale in grado di inglobare uno spettro di generi davvero variegato, facendosi specchio della necessità che ognuno di noi ha di cambiare il proprio punto di vista, entrando in contatto con conoscenze, patrimoni culturali e pensieri diversi da quelli a cui siamo abituati.
Un mix che trova la propria chiave di volta in un "linguaggio comune" - come suggerito dal titolo stesso del disco - che, partendo dalla tradizionale napoletana, dialoga in maniera coerente e organica con il funk, la disco e il jazz-fusion, arrivando ad accarezzare in varie occasioni velleità etniche vicine alla world music. Il risultato è un disco che funamboleggia su una corda tesa tra la smorfia groove del primo Pino Daniele e le ricerche interculturali compiute in tempi più recenti dai Nu Genea.
Trentasei minuti densi, paradossalmente compatti nelle loro eterogeneità, capaci di teletrasportarci tra le onde del mare su cui si specchiano i Faraglioni di Capri (Pecché) e le promenades della Costa Azzurra (L'aura), passando per le assolate piane andaluse (La Malìa del Sur) e la rustica bellezza delle isole Cicladi (Sirene).
Una placida navigazione marittima, cantata da Pellegrino & Zodyaco con una poetica vicina al realismo magico, costantemente in bilico tra verità e finzione. Strofe e ritornelli bilingui, nei quali l'italiano e il dialetto napoletano si fondono senza soluzione di continuità, diventando essi stessi strumenti al servizio di ogni singola traccia, al pari di basso, percussioni e synth.
Koiné è un disco sfaccettato, capace di racchiudere sonorità tradizionali e suggestive correnti esotiche. Un lavoro di indubbio spessore artistico, con il quale Pellegrino ci dimostra ancora una volta l'intrinseca coolness del sound Napoliterraneo che, proprio nella contaminazione tra popoli e culture differenti, trova uno dei suoi massimi motivi di vanto.
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La recensione Koiné di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-02-03 17:05:19
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