KĀMAPropaganda2024 - New-Wave, Indie, Alternativo

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La musica torna ad essere la vera protagonista di un disco urgente, che da tempo mancava nel nostro panorama rock indipendente.

L’opera prima dei marchigiani KĀMA è un rito collettivo che si consuma nell’ombra rarefatta di un mondo sempre più saturo di suoni, dove l’ascolto diventa atto di resistenza. Propaganda non è solo un disco: è una dichiarazione d’intenti, una ricerca nella forma-canzone che sfida la standardizzazione algoritmica per avventurarsi nei territori della contaminazione.

Dentro queste nove tracce, ogni nota è calibrata con la precisione di un artigiano che rifugge la produzione in serie. Art-rock, elettronica, jazz, post-punk e suggestioni contemporanee si intrecciano in un tessuto sonoro che conserva il calore dell’imperfezione umana, il respiro dell’esecuzione vissuta. Non è un caso che la band abbia scelto di operare in totale indipendenza, valorizzando le sinergie locali e aprendosi al dialogo con artisti internazionali: un processo che si avverte nitidamente nell’equilibrio tra visione d’insieme e dettagli che sfuggono alla fretta dell’epoca digitale.

Le influenze sono dichiarate, ma mai ingombranti: l’eco oscura dei Depeche Mode si mescola con l’energia dei Franz Ferdinand, mentre certe distorsioni e progressioni armoniche tradiscono l’amore per i R.E.M. degli anni Ottanta e per i primi The Killers. Eppure, ciò che colpisce è la capacità dei KĀMA di rendere omaggio senza mai risultare derivativi, incastonando il loro sound in un universo personale e riconoscibile.

L’ intero album procede come un’anima inquieta che trova il suo vertice in brani come "As She Laughed", una traccia capace di trattenere e rilasciare energia con una grazia chirurgica,  "How Do You Want Your Name", una rock ballad che si muove tra slanci e ripiegamenti, mentre "Melancholia" porta a compimento l’ossessione della band per atmosfere sospese e vibrazioni profonde. Ma citarne soltanto tre è fare un torto ad un disco di nove brani perfetti, senza punto debole. 

Propaganda non urla, non cerca il consenso immediato, non si presta al consumo rapido. È un album che chiede tempo, che svela la sua essenza ascolto dopo ascolto. In un’epoca di distrazione compulsiva, i KĀMA scelgono la via più difficile: quella della qualità, della sottrazione, dell’Ascolto con la maiuscola. E, a ben vedere, è proprio questa la loro vera rivoluzione.

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La recensione Propaganda di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-03-18 07:09:41

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