Scioltezza e cascata. Di emozione post-rock. Delle migliori ispirazioni di Mogwai & Co. Non credo ci sia altro da dire. La recensione potrebbe concludersi qui. Esordio di Manetti. Esordio alla grande. Un trio che vede alla postazione batteria Claudio Palo, prima un componente dei Milaus, e una produzione Subcasotto.
Il post rock così come ce l’avevano dato i più grandi riproposto da una band che forse vede nella Valtellina – terra madre - ciò che gli scozzesi vedono tra gli strapiombi. Ed è per questo che incalzano così bene la stessa atmosfera di tensione/liberazione, flussi/sfogo. E i Manetti non lo nascondono, anzi lo mettono per iscritto nei titoli delle stesse tracce. Cantato – ellittico – quando c’è, sembrano i DiscoDrive o Pete Doherty ma nelle rotaie post-rock. Degressioni lo-fi che ricordano i American Analog Set. Le mie tracce preferite sono quelle cantate perchè si avverte una maggiore (spiccata) personalità rispetto alle strumentali. "Intreccio" merita qualche premio. Così accorati del genere post-rock non ci sono in giro da un po’. E nemmeno così bravi. Un po’ di chiarezza in questo ultimo tempo governato dal dissezionamento del suono. Con quel senso di dolce che fa male per cui si dovrebbe esser loro grati di suonare. In bocca al lupo.
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La recensione Manetti! di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-05-15 00:00:00
COMMENTI (1)
Che bella scoperta! Siete davvero molto bravi, gran sound. E grazie mille per l'amicizia...