Arte, musica, grida e sussurri.
Le Corde Oblique toccano quota otto album; non a caso siamo alle prese con il numero che simboleggia l’equilibrio tra il materiale e lo spirituale. Come a dire: grida e sussurri. Già, Ingmar Bergman, il vate, il faro illuminante. Vale tutto, compreso l’amore per il cinema pur di mettere insieme un omaggio all’unità degli opposti. Bianco e nero, yin e yang, notte e giorno.
Cries and Whispers, lo stesso titolo di un celebre film di Bergman: da una parte sei pezzi elettrici, a tratti irruenti, solidi come cemento armato, dall’altra altrettanti episodi più compassati, eterei, legati alla tradizione, suonati stando ben attenti a tenere la spina staccata.
Attenzione all’attacco, a quella The Nightingale and the Rose che sembra partire con tutti i crismi del neo folk per poi virare tra il death e il trash metal. Il lato A dell’album, in realtà, è un continuo richiamo a universi apparentemente lontani: c’è spazio sufficiente per il post rock, per il dream pop, per qualche tocco à la Cure, per una puntatina in odor di hard prog (l’efficace A Step to Lose). Le ruvidezze riescono a confondersi con il suono di un violino sognante, con i delicati arpeggi della chitarra, con il canto sicuro di Rita Saviano, che trova il tempo di esprimersi anche in hopelandic. Tutto si fonde fino ad arrivare a una ideale quadratura del cerchio, a un suono unico che racchiude in sé tante totalità, tanti universi.
La seconda parte di Cries and Whispers si rifugia verso altre soluzioni. La sei corde classica di Riccardo Prencipe prende spesso il sopravvento, le sonorità si fanno più pacate, docili. Una sorta di folk acustico che si aggira tra le parti di un ipotetico Medioevo, si fa un giro di tango, gioca con il flamenco, si perde tra i vicoli di Napoli. Suoni delicati, a volte strazianti, utili persino ad addolcire la cover di Souvenir d’un autre monde, brano della band francese devota al black metal Alcest, se non a omaggiare Erik Satie e la sua Gnossienne n. 1.
Un disco pieno di citazioni, da Pieter Bruegel a John Ruskin, che lascia spazio alle voci di Caterina Pontrandolfo, Denitza Seraphim e Maddalena Crippa, che in copertina immortala il talento dell’artista visuale indonesiano Hardijanto Budima. Arte, musica, grida e sussurri, cosa pretendere di più?
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La recensione Cries and Whispers di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-03-17 16:59:00
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