Un viaggio lo-fi tra elettronica, prog, indie pop e sperimentazione sonora.
A dieci anni dal suo debutto, il musicista e cantautore messinese Domingo S. Myself celebra il suo percorso artistico con RetroSpectacular Celebration 1525, un disco che suona come un manifesto della sua identità sonora: eclettica, lo-fi e assolutamente personale. Dodici brani in cui si mescolano elettronica, prog, indie pop e reggae, con un approccio che oscilla tra il minimalismo e la sperimentazione, senza mai perdere un tocco di autenticità.
Dopo l'intro si parte con NomusicLand, una traccia essenziale e quasi ipnotica, dove il pop si riduce all'osso, lasciando spazio a un'atmosfera rarefatta e sognante. Obituary invece rovescia ogni aspettativa, con distorsioni grezze e volutamente instabili che sembrano strizzare l’occhio ai Sonic Youth sotto l'effetto di anestetizzanti. Il viaggio continua con Frust-rap-tion, un brano dal beat psichedelico e frammentato, in cui le influenze di Kevin Ayers e Arlo Guthrie si fondono con una vena indie sperimentale.
L’ascolto del disco è un’esperienza in continua trasformazione: ci si imbatte in momenti di reggae obliquo, ritmiche spezzate e suoni analogici che sembrano provenire da un universo parallelo. I Pixies si danno il cinque con il folk acido degli anni ’70, mentre l'elettronica si insinua con discrezione tra chitarre ruvide e melodie volutamente sghembe.
RetroSpectacular Celebration 1525 non è un album per chi cerca sonorità levigate e mainstream. È un’opera che celebra la libertà espressiva, il fascino dell'imperfetto e il gusto per l’ibridazione musicale, confermando Domingo S. Myself come un artista impossibile da inquadrare.
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La recensione RetroSpectacular Celebration 1525 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-03-27 00:00:00
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