Me, July MUNDI 2024 - Indie, Folk

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L'EP d'esordio di Me, July è un cinematografico omaggio alle sue terre d'origine, in bilico tra folk, ambient ed elettronica

Mundi, il primo EP del cantautore campano Me, July, è composto da brani musicalmente parecchio diversi tra loro. Una caratteristica comune nei dischi d’esordio, spesso data dal fatto che vi confluiscono vari singoli rilasciati in momenti differenti, mentre si ricerca la propria identità e il proprio sound. Il discorso per Me, July, però ,è diverso.

Dei sei pezzi che compongono l’EP, solo due erano stati pubblicati prima del disco. La varietà del sound di Mundi è figlia di due genitori. Da un lato, la formazione artistica del cantautore, che nasce chitarrista classico, ma che negli anni ha sperimentato con l’ambient, il synth, il programming, il piano e la batteria (tutti strumenti che, tra l’altro, ha suonato nel disco). Dall’altro, la scelta di concepire queste sei canzoni come ambientazioni visive, un omaggio pedissequo alle moltitudini racchiuse nelle sue terre d’origine.

Apre l’EP Risale, un brano cinematografico, con il riverbero che strizza l’occhio a pezzi come Dal giorno in cui sei nato tu di Andrea Laszlo De Simone (artista che non a caso ha di recente vinto il Premio César alla miglior colonna sonora, per il film Le Règne animal). Segue Ju, una litania ambient scandita da synth docili, in un continuo oscillare tra l’italiano e l’inglese. Briatico alterna lo spoken word di una voce femminile registrata al telefono con il flusso di pensieri in musica coperti da riverberi e sintetizzatori. La chitarra acustica di Over the sea aumenta i giri man mano che il pezzo incede, e affoga in un lungo outro in stile Sigur Ros, tra vocalizzi e parole in lingue diverse. 

Questi primi quattro brani preparano all’arrivo della title track, una laica preghiera tra l’italiano delle strofe e il dialetto del ritornello. Vorrei per te essere immagine e diventare costa d’Algarve, essere la goccia che scava le labbra nata da un tuffo in Spagna, il loop che si ripete nelle strofe. Una delle prime volte in cui il testo è udibile con chiarezza e non è sfumato dalla produzione, a dimostrare che Me, July si trova a suo agio anche con le parole. 

La malinconia di They have no sound, una canzone folk chitarra e voce, è l’epilogo dell’album. Un EP che è complesso e ricco, nonostante sia composto da soli sei pezzi. Un EP che deve essere ascoltato più volte per essere decodificato e compreso. La scelta di Me, July di esordire con un disco del genere è coraggiosa, e rivendica la volontà di dare alla musica il tempo e il peso che richiede. Spero che Me, July non abbandoni la strada della complessità, e che la mantenga come in questo EP. Mai cervellotica e fine a se stessa, ma sempre al servizio delle immagini da comunicare ed eseguita con cura. Se così sarà, avremo la fortuna di continuare ad ascoltare dei pezzi da custodire.

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La recensione MUNDI di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-03-29 18:25:00

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