Le emozioni possono combinarne davvero delle belle. Le percezioni ancora peggio. E quando si incontrano è pericoloso, e risolutivo. Si capisce qualcosa di importantissimo, con semplicità, all’improvviso. Qualcosa a cui non si darà mai un nome, cercando di dargliene mille. Qualcosa che ti trasporterà fuori dall’autobus nel quale sei seduto, esattamente e finalmente nel punto in cui ti trovi. Adesso. Lo sai che sei, che puoi andare ovunque, e che non durerà a lungo; che devi farlo, che poi succederà lo stesso. E dimenticherai tutto. In circonvallazione, sulla 90, a Milano, di notte, cuffie, più Ipod in mano. Scendo. È già finito? Si. E ho già dimenticato tutto. E devo andare. Devo fare. Ho fretta. Ancora. Vado. Poi. No. Daccapo. Japanese Gum. "Talking Silently". Un’altra volta. Ora. Replay.
“Intro” nel mundo mio electronico “And Talk Silently”, tra melodie che azzerano il peso di tutto ciò che pesa, e una voce celeste, calma e familiare che racconta quello che volevo, come volevo. Suoni urbani, noise, glitch, ispiratissimi, con la tranquillità di Aphex Twin quando è tranquillo. Fitto di sensazioni Warp, con la malinconia di chi ha appena vissuto e ne vuole ancora, ma.
Fumo di Londra. “Could The English Rain Wash It Away?” E chi lo sa… È buio pesto, ma non è inverno, e si sente. Sta finendo. Stanno sbocciando dal freddo della terra, da sottoterra verso su. Eravamo così anche noi. E lo siamo. Ce lo sussurra sottovoce questo ep dei Japanese Gum, un gioiellino segreto scaricabile liberamente (Creative Commons) e griffato Marsiglia Records, che contiene anche uno splendido remix dei Port-Royal: “Paul Leni (deep mix)”.
Trasporta subito. Non si rimane legati alla musica, al ritmo, al caos preciso e sintetico che ci accoglie. Si va oltre. Naturalmente. Ma non ovunque, proprio lì. E qui. In “The Undertaker Tombstone”, dove sta scolpito il suono dell’inevitabile di chi non ha nulla da evitare, e non ha paura delle ombre; di chi ci ha già avuto a che fare troppe volte, e non ha più niente da temere. “Talking Silently” è emozionante. IDM che sperimenta il coraggio di una “Declaration Of A Permanent Absence Of Will”, con la leggerezza delicata di una fata del bosco e l’oscuro peso meccanico della consapevolezza industriale e tecnologica, che ci circonda d’acciaio grigio e silicio. Senza parole. Che non scorderò.
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La recensione Talking Silently di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-05-07 00:00:00
COMMENTI (5)
:):)
Questo è un bell'album, questa è bella musica! Complimenti ragazzi, col cuore....:]:]
Il disco si può scaricare interamente da marsigliarecords.it/m018.php
ascoltatelo no?
una recensione ascoltati i pezzi un po' troppo esagerata mi sembra...non un po' scusate ma troppo esagerata...a meno che i brani su myspace non corrispondano a quelli sul CD
strameritato.