Il piattume della vita di provincia, raccontato in un pezzo synth pop filtrato da un velo di nostalgia
Un pacato lamento suburbano, simile a quello che ogni giorno scalcia nel fegato delle persone che vivono nelle nebbiose province del nostro Paese. È questo il nocciolo di Solo Sconosciuti Soli, il nuovo singolo di taha, artista classe 2001 originario di Parma.
Restando nei paraggi della canonica durata dei tre minuti di ascolto, l'ultimo pezzo del giovane musicista emiliano si muove tra melodie piacevolmente nostalgiche, che uniscono al synth pop velleità più "analogiche" e vicine a un inde rock terso, basato su un'infallibile doppietta di chitarre clean e giri di basso morbidi e minimali.
Sonorità agrodolci (un po' Colapesce Dimartino e un po' thegiornalisti) che, accarezzandoci la faccia come un'amabile buffetto materno, vengono affiancate da un testo che ritrae senza inutili giri di parole il piattume della provincia italiana. Un insieme di ambienti e situazioni nel quale taha è cresciuto che viene ritratto con strofe e ritornelli connotati in più punti da una poetica quasi verista.
Tanto mi rivedrai
Nel bar lì dai cinesi dove il padre del tuo amico ha perso tutto alla SNAI
Forse mi troverai
Tra il fumo grigio delle fabbriche che ormai sono case degli operai
Canta taha nel suo ultimo singolo. Solo Sconosciuti Soli è un pezzo che unisce un sound in bilico tra dolcezza e malinconia a un testo schiettamente realista, in grado di scattare una nitida fotografia di quella silenziosa realtà suburbana che risiede al di fuori dei confini delle grandi città.
Un pezzo davvero ben riuscito, che alza le aspettative verso i prossimi passi di un artista da tenere sicuramente d'occhio nei mesi che verranno.
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La recensione Solo Sconosciuti Soli di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-03-14 18:07:54
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