Cinque Uomini sulla Cassa del MortoIoiēn2025 - Indie, Folk

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Folk pop positivista, ispirato dai versi di una poetessa esistita 25 secoli fa ma ancora oggi maledettamente attuali

Nuova musica per i Cinque Uomini sulla Cassa del Morto, band dal nome piuttosto marinaresco ma nelle cui vene scorre paradossalmente acqua dolce: quella del fiume Natisone, che taglia a metà la loro città natale, Cividale del Friuli. 

Distribuito da The Artist GarageIoiēn, questo il titolo del terzo disco del quintetto friulano, si compone di dieci tracce nelle quali il quintetto friulano, partendo da una solida base indie pop à la Eugenio in Via di Gioia, contamina il proprio sound con tinte folkeggianti, garantite dalla presenza di allegri fraseggi di viola e violino ma sopratutto del bouzouki, uno strumento a corda, a metà strada tra il liuto e il mandolino, legato a filo doppio con la musica tradizionale irlandese.

Sonorità, figlie della collaborazione della band con il produttore udinese Luca Moreale, che rimbalzano tra la contemporaneità europea e verdi campi di trifogli che si affacciano sul mare celtico, tra le quali spicca Cosa vuoi tu dalla vita, l'ottava traccia del disco. Un pezzo nel quale questo mix interculturale viene ulteriormente arricchito da impressioni arabeggianti, capaci di infondergli un soprendente boost di originalità.

A livello di testi, Ioiēn si ispira già nel suo stesso titolo ai versi composti da Saffo, la leggendaria poetessa greca che più di 25 secoli fa professava la necessità di "andare oltre" ai propri travagli interiori, in un'epoca dominata da superstizioni e credenze che negavano agli uomini (e soprattutto alle donne) "mortali" di essere artefici del proprio destino.

E proprio come l'antica cantrice di Mitilene, i Cinque Uomini sulla Cassa del Morto inseriscono in questo loro terzo disco strofe e ritornelli intrisi di positivismo, spingendoci a trovare un’alternativa alla fretta del nostro presente: dall'accettare con sportività il tempo che passa (Vent'anni) al bisogno di andare avanti dopo la fine del rapporto con qualcuno (Non passi mai), vivendo la nostra vita senza tutti quegli inutili orpelli e sovrastrutture falsamente proposti come fonte della nostra felicità e realizzazione personale (Ballerine).

Ioiēn, nonostante una positività di fondo che per gli ascoltatori più disillusi potrebbe sembrare un po' melensa, è un disco tutto sommato piacevole, in grado di fondere il pop con tradizioni musicali lontane, come quelle dell'Irlanda e del Medioriente. Un lavoro che, dietro l'apparente compattezza e coerenza delle sue tracce, nasconde un variegato e multietnico mondo sonoro.

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La recensione Ioiēn di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-03-26 16:15:39

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