Ortensia LUCE 2025 - Punk rock

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Dieci brani che si muovono tra poesia, fuoco e cantautorato elettrico.

C’era bisogno di un disco come Luce, qualcosa che scardinasse il grigiore del già sentito, che illuminasse le zone d’ombra con scariche elettriche di poesia e distorsione. Gli Ortensia, da Arzano, firmano un’opera che non si accontenta di essere ascoltata: vuole essere vissuta, scomposta, interiorizzata. Un viaggio che comincia nella penombra e si incendia strada facendo, tra riff taglienti e parole che scavano.

L’album è un affresco di contrasti. C’è la fragilità che si scontra con la potenza, la dolcezza di un verso che si dissolve in un’esplosione punk-rock. Si respira un’ansia di rivelazione, una necessità di raccontare il tormento e la rinascita senza filtri. Ogni traccia è una fenditura nella superficie dell’anima, un invito a guardare oltre la patina e scovare la luce che filtra dalle crepe.

In "Brucia. Strazia", forse l’emblema sonoro e lirico del disco, la musica diventa metafora di purificazione e distruzione, un vortice di chitarre e voci che si inseguono, si sovrastano, si fondono. In "Argento" il punk si insinua tra le trame di un rock alternativo che guarda tanto alla tradizione italiana (Afterhours) quanto all’indie britannico, creando un’alchimia instabile e magnetica.

I testi, cesellati con la precisione di chi sa che ogni parola pesa, affondano tra immagini di cristalli, squarci e abissi interiori, evocando una psichedelia emotiva che amplifica l’impatto di ogni singolo brano. 

Gli Ortensia non lasciano scampo. Luce è un disco che richiede abbandono, un’immersione totale in un oceano di distorsioni e confessioni sussurrate o urlate al cielo. È un lavoro che sfida, che incanta e che, soprattutto, resta.

 

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La recensione LUCE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-03-29 09:41:25

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