Un singolo che trascende il tempo e lo spazio, attraverso il sacro rito d'amore che unisce il rock al blues.
Slower, il nuovo singolo degli Electric Cherry, sembra scivolarti addosso come una stoffa grezza ma avvolgente, che gratta appena sulla pelle e poi ti scalda con un’intensità quasi tribale. Il gruppo romano, con questo brano, sembra voler scavare in profondità nelle radici elettriche del rock, riportandoci in quell’epoca mitica in cui gli amplificatori gracchiavano verità e le chitarre cantavano come oracoli sotto l’effetto della distorsione.
Fin dalle prime note, si avverte la presenza pesante e insieme leggera di un groove che sa di anni ’70, di deserti texani e locali fumosi, di pantaloni a zampa e sguardi ribelli. Slower non ha fretta, come il titolo suggerisce: si muove con l’andatura pigra e sensuale di chi conosce la propria forza e non ha bisogno di urlare per imporsi. È un brano che cammina con gli stivali consumati di Page e Plant, si inzuppa nel fango viscerale dei White Stripes, si arruffa nel selvaggio istinto dei Wolfmother e infine brucia, senza consumarsi, nel fuoco sacro di Hendrix.
La chitarra è protagonista assoluta: ringhia, geme, dialoga con la batteria in un linguaggio che sa essere insieme carnale e spirituale. La voce è roca e acuta al punto giusto, venata di malinconia e desiderio, come se venisse da un’altra stanza, da un’altra vita. Ogni strofa è un passo in più in una spirale ipnotica che si stringe e si dilata, portandoti esattamente dove vuole: nel cuore caldo e vibrante del suono, fino all'assolo finale.
Gli Electric Cherry dimostrano una maturità sorprendente, non solo nella scrittura ma nell’intenzione. Slower è un atto d’amore, una dichiarazione di appartenenza, un rito. E come ogni rito che si rispetti, lascia addosso qualcosa – una scia di fumo, un’eco, una fame.
In un tempo che corre, loro rallentano. E fanno bene.
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La recensione SLOWER di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-04-10 07:19:28
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