Un disco che ha il coraggio di essere autentico.
MaLaVoglia, con il suo primo album PUNTO, firma un’opera d’esordio tanto attesa quanto necessaria. Non un inizio, ma un approdo: dieci anni di cammino, polvere sotto le scarpe, sogni resistenti come ferro battuto, e ora questo disco che non chiede ascolto, lo pretende.
PUNTO è come un luogo, come una pausa, come fine che spalanca nuovi inizi. È il cuore pulsante di un album che si muove tra le vene del cantautorato italiano, ma rifiuta con forza di essere ingabbiato in una somiglianza. C’è un’eco lontana dei grandi – De André, Rino Gaetano, Fossati – ma il timbro resta inconfondibilmente suo, impastato di ironia, malinconia, rabbia e tenerezza.
Le dieci tracce si susseguono come capitoli di un diario scritto a voce alta, in equilibrio costante tra confessione e racconto. C’è la carezza stonata dell’amore in “Punto”, la rabbia gioiosa di “Sei bravo ma”, che sembra nato da un bacio tra gli Skiantos e Lo Stato Sociale, e la struggente malinconia di “Freddie”, che si unisce a quella “Terra Rossa”.
Ma ciò che colpisce di più è la coerenza. Nessuna traccia somiglia davvero all’altra, eppure tutte parlano la stessa lingua emotiva. È un album che suona come una vita, con le sue contraddizioni, i suoi alti e bassi, i suoi chiaroscuri. Le canzoni non si limitano a essere belle – sono vere. E in questo tempo di estetiche vuote, PUNTO ha il coraggio dell’autenticità.
MaLaVoglia scrive come chi ha amato molto e sofferto di più, canta come chi sa che la bellezza è sempre una forma di resistenza. Il risultato è un disco che non cerca l’universalità, e proprio per questo la trova. È un lavoro che si lascia ascoltare, sì, ma soprattutto si lascia abitare.
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La recensione Punto di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-04-12 07:28:39
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