Mezzosangue Viscerale 2025 - Rap

Viscerale precedente precedente

Quinto disco per un artista fuori dai grandi giri, ma che non smette di convincere chi ama il rap

Il tributo a Primo Brown, la rabbia, la poesia, la critica sociale, i giochi di parole, la potenza della musica, la strada battuta, il rap. MezzoSangue sforna il suo quinto disco in studio, Viscerale, e torna a convincere gli amanti del genere. Non è osannato come Marra o i Dogo, non fa parte dell'ondata Trap, ma ha una fan base solida, piace, convince e soprattutto non insegue mode, stili e successo. La sua storia lo dimostra. Per quanto Viscerale sia un pò più "pop" di altri suoi lavori è allo stesso tempo una tempesta di contenuti. MezzoSangue è underground e popolare allo stesso tempo, non insegue il successo a tutti i costi, non cerca compromessi, è libero, autentico, deciso. E' un ragazzo che nasce nella generazione precaria, che attorno ai 30 anni vede la guerra battere alle porte come non succedeva dagli anni '90, sa cosa vuole e certo sa anche come cantarlo.

In Viscerale c'è tutto il MezzoSangue conosciuto e a quello si aggiunge la consapevolezza della maggiore età, della conoscenza del sistema musicale e forse qualche frustrazione personale. Si meriterebbe un posto nell'elite del rap odierno ma la sua radicalità umana e lavorativa tengono lontane le antenne, non media, scrive e pubblica quando ne ha voglia. Il disco, tra una critica sociale, la "lettura" del mondo digitale, la rabbia per il momento che si sta vivendo un pò ovunque regala perle di poesia di altissimo profilo. Le canzoni che chiudono il disco "Stupido" e "Vorrei" sono più che interessanti dal punto di vista narrativo, dell'uso della voce, della potenza del cantato, e della rottura delle più semplici figure musicali del rap. Le collaborazioni di Gemitaiz, Nayt e Icaro rafforzano tre brani importanti ed intelligenti. 

Viscerale è un disco intenso, forte, intelligente, che mette MezzoSangue a metà strada tra gli Assalti Frontali e Marracash, o tra Caparezza e Murubutu, scegli tu come far girare questi quattro nomi. C'è la politica e la poesia, c'è l'underground e c'è il mainstream, c'è un lavoro meticoloso nell'intrecciare parole, suoni ed immagini che così si creano nella somma. E' un disco che va ascoltato con attenzione perchè nei testi c'è una profondità che non sempre si trova nel rap di oggi e nella musica il complemento della sonorità del disco. 

MezzoSangue ha cambiato il passamontagna ma non è cambiato lui, a distanza potrei dire che è cresciuto per quanto avendo avuto la fortuna di lavorarci, berci dei caffè e conoscerlo un pochino di più che solo come artista posso dire che è sempre stato "cresciuto", profondo, lontano dalla banalità. Il suo quinto disco riflette la sua storia. I cambi di passamontagna rappresentano per lui i cambi di fase della sua musica, che resta però coraggiosa e particolare. L'ho perso di vista negli ultimi anni ma ascoltando "Viscerale" sono risalite tutte le piacevoli sensazioni che da quel giorno al Pacì Paciana di Bergamo alla ricerca di un posto per cenare tra sound check e concerto avevo colto. Insomma bentornato MezzoSangue. Buon ascolto. Non c'è una canzone manifesto del disco, ogni brano è una storia a se che però ben si sposa con gli altri 11, ma se devo consigliarne una, forse anche per il tributo a Primo, sceglierei Idiocrazy. 

---
La recensione Viscerale di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-04-11 11:27:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia