Leggevo di recente in una rivista specializzata a proposito della diffusione dell'horror punk. Il giornalista sosteneva che tra queste band di mostriciattoli urbani nessuno ha il vero interesse di far paura, vogliono solo divertirsi evocando film d'annata di Lucio Fulci o schifezze della Troma e truccandosi come ad un festino in maschera per la notte del 31 ottobre. Non si può che essere d'accordo, la diffusione di queste band con testi legati a serial killer e riti blasfemi è di recente aumentata con notevole successo di band quali Horrors e Wednesday 13. "Weird Theater" fa parte di questa categoria. Sebbene i Mugshots cerchino di seguire una strada diversa orientata più sul filone gotico, grazie al massiccio utilizzo di sintetizzatori e parti più rallentate, le sessioni fotografiche e gli atteggiamenti della band non lasciano dubbi: si vogliono solo divertire! Sarà proprio per questo che una band con simili sonorità è riuscita a entrare nelle radio americane con rotazione quotidiana. Concretamente parliamo di un punk notturno sorretto appunto dalle tastiere e dalle voci acide e malate che vogliono richiamare biechi reati e perversi rituali. Nonostante l'insistenza sui canoni del genere, il disco è avvincente e nei suoi episodi anche discretamente variegato, spostandosi in territori dal sapore metal (tipo i Death SS), soprattutto per quel che riguarda la sezione ritmica, e mantenendo il clima punk con i suoni immediati ed essenziali delle chitarre. I sintetizzatori si impegnano in maniera massiccia per creare l'atmosfera giusta tra il pacchiano e l'ombroso: brani atmosferici arrangiati con furbizia, ammiccanti i cui migliori episodi sono forse “The Call” e “Morningside Graveyard”, che ricordano molto band come Damned, ma soprattuto gli Screaming Dead dell'album “Death Rides Out”.
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