Forget about. E “se fossimo soltanto punti interrogativi in un lungo discorso”? O “maialini della Guinea sotto osservazione in una sconosciuta base universale”? Uomini “rovesciati in alambicchi”, che dovrebbero quindi dimenticarsi le albe addolorate delle città desertificate. La bocca di un cd che suona il disincanto dei “miei grattacieli senza ascensore” e di “memorie di fiori seccate senza sole”. Tra i flutti compositivi dei Dirty three, intriso dei silenzi teatrali di Nick Drake, un progetto che ha aspettato l’inclinazione del sole per germogliare un seme già presente anni fa in Kriminal Beat e incontrare Valentina Cidda come l’interprete più adeguata. Fiori che tappezzano tunnel. Viaggi su automobili a pedali, colorando di leggerezza, e piccoli dettagli a dare senso a un’esistenza altrimenti assurda. Acustica ed elettronica insieme e sottovoce. Con l’avanzare microfilmico di rarefatte basi lunari. Melodie, sussurri, che i segreti vanno nascosti negli alberi. Impercettibili ombre in inglese e una ballata mormorata in francese. Intravedere gli abissi degli occhi bambini senza tradire angoscia. Un lavoro simile a “Faking the Books” di Lali Puna, e che s’avvicina alle dilatazioni uterine dei Mùm e al flebile candore di Isobel Campbell (ex voce dei Belle&Sebastian). Qualificate orchestrazioni a formare basi spaziate e fuse fino quasi ad avvicinarsi a un asettico genere ambient/soundtrack, tanto smaliziate quanto caldamente home-made. Unico disappunto è la monotonia e la noia che talvolta ne deriva, anche se mi viene da pensare che sia parte integrante della loro poetica.
Kiddycar viene dalla Toscana ma non si direbbe e in qualche caso questo può essere un valore; esce anche in Francia e Svizzera con Seahorse Recordings e in Giappone - con il quale forse condivide una certa minimale delicatezza - con Xtal Records. E’ tanto discreto se si ascolta sbadatamente quanto intimo ed osmotico se si abbassano le barriere e si allungano gli sguardi. Io non vedo l’ora di sentire dal vivo che “C'est trop facile ravir des fleures d'un pré, pour demander au printemps de payer” (è troppo facile rubare fiori a un prato per domandare alla primavera di pagare).
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La recensione Forget About di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-11-14 00:00:00
COMMENTI (2)
che ci volete fare, passare da Minuta Records prima di stampare un cd è evidentemente garanzia di qualità! [:
questa donna scrive in maniera meravigliosa :)