L'attacco è trascinante. Synth intrecciati e ritmica mostruosa. "Come uccidere fantascienza" si fa complicata: base oscura, liriche che procedono più per associazioni che logiche concatenazioni – ma spesso le associazioni sono più logiche delle concatenazioni.
Bene: siamo nell'hip hop che amo. Quello stronzo ed ibridato. "Vacanze omosessuali": "In Italia la gente odia la musica / odia la musica / odia la musica / Siamo artisti stonati cantiamo ubriachi e vuoti". Ed è tutto. Gran featuring di Mr. Hellink: amaro e sincopato. "Ferrara" ha un bell'arrangiamento veloce e tirato, col flow di Polly forsennato e pazzo. Ending coi fiocchi: fuori dagli schemi dell'hip-hop nostrano. 'Sti ragazzi provano ad andare un pochino oltre, impastando richiami 80's, elettronica minimal e magari un po' dark ("E' facile"). Rime che non sono per forza rime sono assonanze sono associazioni sono idee volanti che sfiorano le vergogne dell'oggi evitando (almeno in parte) le stantìe linee intimiste di tanta scrittura hip hop.
Dopo cinque pezzi notevoli entra una base molto (troppo) classica, rilassatissima: "Odeacrisi". I testi continuano con chirurgici voli pindarici che vanno presi in massa e assorbiti. No al facile, con Delitto Perfetto. Questo è sicuro. "Lu" è la tostissima e strambissima storia di Lucia: sei tu, siamo tutti, tutti i prodotti (gli scarti?) delle periferie urbane. E' la nostra storia, dai 15 ai 30 anni. La base è sempre trasversale, tosta. Se non ci sei dentro non ti apre. "Un altro giorno perfetto" è episodio da cassare. Base senza capo né coda, unica gratuità del disco. "Dimenticati da qui" si riallaccia gagliarda ai fortissimi connotati elettronici del lavoro, e siamo in un hip hop davvero avanti, o quanto meno di lato rispetto a quello che un medio ascoltatore può carpire. Belle le parti sopite e le rapide ripartenze. "Hunting season" è un tripudio scatenato di parole-chiave sganciate come bombe fra napalm , www e olocausto. Tutto per chiedervi: "Dimmi il sabato sera dove cazzo vai / dove cazzo vai". Doublethinkers si chiude con la fuligginosa title-track e la splendida "3 ft. Il lato oscuro della costa & Action man": ritmica da paura firmata da Pinna degli Hormonauts. Mamma mia che bella.
Mi piacciono perché: compongono come pazzi. Puntano al Sociale, ma senza il piglio da profeti: scagliano sassi (pesanti) per assonanze. Montano alla blob, per capirci. Devi seguirli. Impegnarti (almeno un po'). E ci vuole fegato, a farlo. Musicalmente la missione è la stessa: accostamenti ad un primo ascolto ostici. Poi, però – per chi ama la musica, e non solo l'hip hop – interessantissimi. Ne esce un mood molto stuzzicante: anni luce dei gangsta, dal disimpegno nostrano e le boiate dei loro testi. Piuttosto siamo dalle parti di un abstract electro hip-hop condito da Men in Skratch (c'è Dj Myke in "Hunting Season").
C'è da lavorare. Ma è un esordio che ferisce.
---
La recensione Doublethinkers di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-07-12 00:00:00
COMMENTI (1)
è inutile che pensi prego dea crisi che finisca tutto quanto in tempo...