“È arrivato il boss, ora cambiano i piani”. Credevate d’essere interessanti, ficosi, cattivi e rispettati come Method, Snoop o Nas, ma è estate, siamo in Italia e d’un tratto Turi ci ricorda che siamo tutti dei poveri scemi palloni gonfiati e presi male, pieni di paranoie, sessuofobi e imbottiti di luoghi comuni, e lo sappiamo pure, e ci va bene così. Parliamo sempre per sentito dire anche se non sentiamo niente, e spariamo cazzate a rota. Ci facciamo i soldi con le cazzate, le guardiamo, le ascoltiamo, le compriamo, le vogliamo. Ci vestiamo alla moda, ci misuriamo il cazzo col righello, e per farlo sembrare più lungo ci depiliamo i coglioni (chi non l’ha ancora fatto, ci ha almeno già pensato…). Siamo così: abbiamo solo voglia di sesso, ma sussurriamo e sviliamo un “ti amo” per un po’ di petting scarso e due palle piene, così. Facciamo gli ipocriti con tutto e con tutte. E anche loro. Anzi, soprattutto loro. Anzi, solo loro. È colpa loro! Si, è così: è colpa delle donne. Siempre.
Per fortuna Turi lo sa, e con un groove funk che incatena al beat e una metrica killer-ma-pacata che farebbe annuire (a tempo) con la testa anche la più frigida del convento, ci prende per mano, o meglio per le orecchie, rappandocelo addosso con un’indole ironica che sembra stupidina e disimpegnata, ma che invece è più che intelligente o provocatoria. È schietta e reale. È simpatica e presa bene. Che non è poco, nell’hip hop di oggi. “Non mi importa se la gonna tu la porti troppo su, piuttosto impara da tua nonna come fare un buon ragù”. Quanta saggezza in questa frase. E quanto avrebbero da imparare gli uomini da un album così. E anche le donne. Anzi, soprattutto le donne. Anzi, solo le donne. Noi uomini sappiamo già tutto. Si è così: è colpa delle donne. Siempre.
Ascoltate questo cd (che merita), e anche la splendida ghost track in calabrenglish che chiude l’album, e la vostra ragazza non vi sembrerà più la stessa. E forse non lo sarà più davvero.
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