Il cd di Bonaveri balla tra macchina e scrivania da circa quattro mesi, senza conquistarsi un ascolto massiccio e senza essere accantonato. Questa recensione ho provato a scriverla una manciata di volte, bloccandomi però dopo poche parole. Perché tanta difficoltà? Nessun problema per quanto riguarda il genere: cantautorato che più classico non si può, con tanto di imprimatur di Beppe Quirici, produttore di grande esperienza. A tratti gaberiano, per lunghi passaggi nella scia di Guccini, caratterizzato da una voce confidenziale ed affascinante. Nulla da obiettare nemmeno per quanto riguarda le musiche, ben suonate dai Resto Mancha, in cui militava lo stesso Bonaveri e ora backing band di tutto rispetto.
La questione, forse, sta tutta nel fatto che le cose sono troppo a posto, filologicamente ineccepibili e perfette per l'ascolto, ma poco incisive. C'è un che di accademico nei brani dell'album: di accademico e di enciclopedico, perché sottotraccia si avverte quasi la volontà di ostentare appartenenza ad una tradizione cantautorale analizzata e appresa fin nei minimi dettagli. L'obiezione che mi sento di muovere è che la lezione è stata studiata, ma viene ripetuta senza intervento personale: "Torquemada", forse il pezzo migliore, farebbe ottima impressione tra gli ultimi "Ritratti" di Guccini, ma musicalmente pare provenire dal disco omonimo di quest'ultimo, datato 1983. Bonaveri, quindi, riesce nella difficile impresa di creare una bolla temporale e musicale con un'accuratezza totale, ma in questo modo si ritaglia un ruolo più da storico che da autore. È questo che mi lascia spiazzato: una qualità altissima e una cifra personale quasi inesistente.
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La recensione Magnifico di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-08-27 00:00:00
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