C’era una volta l’Italia tutta spaghetti, pizza e mandolino, poi i tempi passano e le frontiere cadono. Così, un vento nordico ha iniziato a soffiare su Castelfranco Veneto e ha regalato ai Mr60 un'indole d’oltralpe. Difficile trovare le loro influenze italiane perché rappresentano per il panorama nazionale un ensemble eclettico e innovativo. Fin dall’intro della prima traccia dimostrano di avere un’attitudine festaiola: “Truly” è un pezzo dall’inizio scanzonato, i dieci secondi di apertura innestano il dubbio se l’ascolto sarà di tipo demenziale. In realtà lo scopo è creare subito l’atmosfera allegra e fatta di peripezie musicali in cui vivono: sulle note di “Ga$oline maphia sings” pare di essere dentro ad un cartone animato e anche solo saltellare, per chi non è affine al ballo, viene naturale. Trasmettono una spensieratezza da pic-nic a cui fa da sottofondo un folk nordico psichedelico che si spinge a fare eco ai Kings of Convenience.
Queste sono solo alcune delle anime che hanno messo in questo lavoro. Riescono ad toccare picchi di elettropop alla Hot Chip o fare il verso a Damon Albarn, oltre che per una certa somiglianza timbrica in “Talk or smoke” servendosi dell’inconsueta ma amata diamonica. Mai noiosi, le loro composizioni si muovono su sonorità piacevoli e lineari che hanno però ben poco di prevedibile, merito anche e soprattutto del gioco vocale che conducono, con un controcanto femminile che aleggia in modo sinuoso e sensuale. La sorpresa finale di questo album è il posto speciale lasciato agli ospiti Neuchatel: ben quattro pezzi in cui il gruppo svedese con la loro dimensione tipicamente rude ma intimista smorzano un po’ l’entusiasmo solare dei Mr. 60. L’orecchio sente il distacco, ma quando realizza che questa è l’ennesima dimostrazione della versatilità del gruppo veneto, non si sente tradito. Anzi, direi stimolato.
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La recensione Mr60/Neuchatel di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-04-23 00:00:00
COMMENTI (4)
Approvo.
Ho comprato lo split al Venetian,i Neuchatel assolutamente bocciati.
Mi unisco ai complimenti di Enver per i Mr.60,conosciuti-artisticamente- al Wall Out di Cittadella la scorsa estate e da allora mai dimenticati.
Un solo appunto:non si poteva curare un pò di più la copertina dell'album e ciò che gli và dietro?
grazie del belle parole. ciao.
imprimatur 60 est si in compendio herborum vinorumque magno gaudio.
alea iacta est.
sixtus.
[:
cosa manca all'imprimatur definitivo per i MR60 nell'olimpo? forse non fare dischi assieme a delle schiappe come i Neuchatel... Del Piero batte Ibrahimovic mille a zero