Bastano solo le prime 2 canzoni, a far dissentire lo scettico che è in ognuno di noi e lasciarsi condurre soavemente sulle "Isole nella corrente" di Claudio Sanfilippo. Soavemente, si è detto: Claudio ci porta per mano, senza strattoni, con il cuore sospeso da qualche parte fra Bahia e le nebbie della pianura Padana (di notte, attorno all'1 e 35) e in ogni posto lungo lo stivale ove si cerchino una cinquantina di minuti di trasporto, purchè - ovvio - si voglia venir trasportati sulle "isole" .
Musicalmente parlando, ci stiamo - come già velatamente accennato - muovendo sui territori cari al primo Vinicio Capossela, ma molto meno jazzy, senza pianoforte e con una spiccatissima attitudine "tropicalista": l’altro nume, difatti, quello di gran lunga più importante nell’economia dell’album, è proprio quello del grande Jobim o, se preferite, di Caetano Veloso. Sulle note della 6 corde in nylon, con i più svariati ed azzeccati inserti, Claudio Sanfilippo tesse le trame di una musica sussurrata, con una timbrica bassa, accogliente, mai spinta o forzata, e se le venature blues di "Due ragazzi" possono trarre in inganno, basta collocare il lettore sulla splendida "Festa mobile" per dar ragione al Vostro recensore, e sorridere con me se Vi dico che quello di alcune tracce pare quasi un "Concato-non-rincoglionito" e nè ruffiano: e vuol essere -davvero- un complimento! Sambigne e ballad assortite, il mood di fondo rimane comunque blue, intimista e piovoso, come i "Viaggiatori di frodo" , le "Ali" e il sogno (spezzati?) di notte fonda narrato ne "La corriera" ed ancora la chiusura di "Di questi cieli" ("Fu così che il cuore/porto burrascoso/diventò silenzio/e una musica suonò").
Vi scrivo dalle "Isole della corrente", mi crogiuolo in una fresca pioggia, per dirvi che dello stesso Claudio sono i poetici versi nonchè le musiche, a completare il quadro di un ottimo artista, una sorta di cantautore underground (ma occhio: il cd è pubblicato dalla Fridge Records, senonchè le edizioni sono Sony music: misteri del mondo discografico), una voce che ti risuona dentro, si diceva, come se davvero fosse straziata di saudade.
Uno splendido album autunnale: forse fuori stagione, ma prelibatissimo.
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