Sulla scia di “Ri-skatto”, disco del ‘99 nel quale gli Statuto prendevano in prestito brani altrui estratti dal filone ska-revival, esce otto anni dopo “Come un pugno chiuso”. Questa volta, però, oggetto di rivisitazione sono le canzoni del “Northern Soul”, ossia quel soul, raro, introvabile e composto da autori pressoché sconosciuti, che i djs delle discoteche inglesi degli anni ’60 proponevano al pubblico. Simbolo di quell’ondata era un pugno nero, chiuso, che gli Statuto recuperano per dare titolo e copertina al nuovo prodotto discografico. Vi hanno inserito 14 tracce, 13 delle quali sono cover del genere suddetto, quasi tutte riviste con il consueto stile della band. Cambiano, cioè, completamente i testi e molti degli arrangiamenti rispetto alle versioni originarie. Il gusto del gruppo torinese si orienta in questo lavoro ovviamente verso il soul, ma qui e là si leggono note di beat e dell’immancabile ska. Generi che sono stati sempre presenti, con prevalenze altalenanti, nella lunga storia di Oskar Giammarinaro e amici, che rasenta ormai i cinque lustri. C’è qualche novità, come il sound più crudo e al limite del punk di “Alta velocità” e il rock-beat sostenuto di “Non hai bisogno”. I brani sono caratterizzati da melodie sempre incisive, malinconiche nelle ballate e serrate nei momenti più aggressivi. Fiati e archi sono più spesso in primo piano, ma ben radicate risultano anche le chitarre e la batteria. Proprio gli archi sono la grande novità di questo lavoro, che ben si amalgamano col tessuto sonoro già noto degli Statuto. La cura degli arrangiamenti è quasi maniacale, curata come mai prima d’ora in un disco del gruppo piemontese. Le tematiche mettono in fila sentimenti, amori sofferti o proibiti, sesso, amicizia, e l’immancabile ironia, inni ultrà, storie metropolitane. Un disco che piacerà ovviamente ai fans degli Statuto e che risulterà piacevole a chiunque per la varietà dei suoni e delle melodie.
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