Come si fa?!... Come si puo' rimanere impassibili!?... Come e' possibile raccontare le vibrazioni che solo la voce di Francesco Renga sa regalare?!
Forse dovrei far finta di nulla e non pensare che sto ascoltando la voce che per anni ha scandito il battito di tanti cuori, accompagnando le emozioni di migliaia di ragazzi che hanno pianto e sorriso durante il percorso decennale di quel gioco che si chiamava Timoria...
Lo cantava anni fa in Freedom e lo riconferma nel suo album di debutto, Francesco Renga aveva bisogno di sentirsi libero... libero di cantare e di comporre, libero di sbagliare e di creare a suo piacimento, cercando di riscoprire quella emotivita' che ha reso la sua voce parte integrante della musica rock italiana.
Scoprirsi solista e compositore dopo anni - specie gli ultimi - di semplice interprete dei brani di Pedrini e' una sfida che per molti (lui compreso) rappresentava un salto nel buio, ma finalmente il viaggio si e' concretizzato e qui di fronte a me c'e' la copertina dell'omonimo album di Francesco... da solo!
Splendido... il brano di apertura di descrive da solo... Francesco e' ispirato e in gran forma... la sua voce e' ancora li, intatta e pura, rifinita dalle chitarre di Fabrizio Barbacci.
La difficolta' di raccontare Favole racchiude una certa delusione esistenziale dell'artista, ma ecco che a volte un piano e una voce possono elevarsi piu' di mille orchestre ed e' forse per questo che Ancora di lei riempie di tenerezza, esplodendo improvvisamente nel frastuono delle chitarre e in un vorticoso crescendo vocale.
A questo punto e' gia possibile affermare che le canzoni di Renga possiedono una autonoma personalita', senza ricercare rifugio nei Timoria, che comunque sono (inevitabilmente) presenti, ad esempio in brani come Mai Cosi che suonano molto pre-ViaggioSenzaVento.
Non convince la ballata pop-rock di Mr.Rockstar, ma emoziona l'intimita' di Anche per te, probabilmente dedicata a un amico scomparso.
L'ormai vecchio singolo Affogo Baby rimane piacevole e orecchiabile ma sicuramente non l'episodio migliore dell'album, cosi' come Paura brano vagamente noioso a cui manca un po di tiro.
Troppo molle Rimani qui, tediosa seppur carezzevole ballata, cosi' come Venerdi altro brano lento e passionale, stavolta con una marcia in piu'.
Sale il battito con ...via, rock capriccioso e intenso dove Renga gorgheggia da par suo. Chiude l'album la fragorosa ballata di Guarda, guarda, tra sognanti melodie e brusche impennate vocali.
Un album bello e semplice!... non c'e' ricerca, non ci sono trovate geniali, non ci sono dissonanze, ne invenzioni elettroniche... soltanto rock: classico, melodico e pieno di calore.
Se vogliamo emerge anche qualche affinita' con l'ultimo lavoro di Chris Cornell, Euphoria Morning, per quella ricerca di costruzioni melodiose che diano ampi spazi su cui vocalizzare... con la differenza che i fan dei Soundgarden rimasero spiazzati mentre buona parte dei fan dei Timoria potrebbe riscoprire vecchie emozioni ormai sopite.
Insomma, un disco che funziona, riuscendo dove per ora Omar ha in parte fallito con il suo nuovo corso artistico...
Francesco e' andato oltre le aspettative, confezionando un album non originalissimo e che magari non puo' definirsi un capolavoro, ma che sicuramente non si allontana poi tanto dall'esserlo... e comunque, quando c'e' di mezzo uno che con la sua voce puo' darti piacere anche leggendo le pagine gialle... beh vale la pena starlo a sentire...
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