Con le loro quattro canzoni, i Visioni di Cody si propongono come audaci alfieri di un tentato connubio tra rock d’autore e sonorità ricercate. Ma è, appunto, un tentativo perché alcune cadute di tono rendono il disco fumoso, frustrando l’originalità ed il talento a tratti dimostrati.
Alla splendida “La canzone dell’amor perduto” (cover di un brano di De Andrè) fanno, infatti, da contraltare alcune claudicanti parentesi in cui la voce di Enrico Bellini mal si adatta alle atmosfere soniche (ritmi taglienti, divagazioni elettroniche, spunti noise…) interpretate dal resto della band.
Il risultato è, quindi, un lavoro riuscito a metà che rimanda i Visioni di Cody ad una futura prova più convincente… che si spera, anche, veda la luce rapidamente visto che questo loro EP è stato registrato nel 2006.
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La recensione semiotique di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-04-02 00:00:00
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