E’ l’inizio dell’inverno, una finestra su neve e alberi notturni, la pelle lattea di brividi e sogni. Il tono nitido e cristallino di una voce che è un’isola tra distorsioni e leggerezza, effetti nella nebbia, prismi iridescenti su un cielo di batteria mai invadente. I Floss, dopo lo splendido “Chreon ep” dello scorso anno, tornano, di nuovo, con un lavoro totally D.I.Y: ancora Sonic Youth, e noise dilatato da accenni post rock, paesaggi lunari e malinconici dove i suoni creano magnetismo, e poi ricordi i Nirvana all’improvviso (“Screenteque”) e un attimo prima tagli a piedi nudi lo zoo di Berlino (“Hic”); e tutto è immerso in un bianco e nero acceso, dove il rosso è l’energia e il resto è ombra. Tornano i Floss con un lavoro meno melodico, più intimistico e ugualmente intenso: ossigeno, gusto e bellezza, un’altra ottima prova.
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