Eeckheart [pronunciato: ikhaa] che assomiglia tanto al suono attutito che fuoriesce dagli astronauti quando sparano fasci di luce in ambientazioni plutoniane. Creativo e spontaneo duo, composto da Tommy dei Dummo e il suo cugino Best, di galassie elettroniche, soprattutto velocissimo emo/8bit tascabile. Semplice, dancing, anticattedratico, antiaccademico, astronomia che grida fastidiosamente da scatolina di polistirolo. Con gli scarponi e i rombi di fiamme per restare sospesi nello spazio. Tra traiettorie pulsari, radar compulsivi, il nerdmatico planare in immaginari da videogioco tipo il “Jetpac” della Spectrum. Propulsori attivati da Pianole Bontempi grigio topo. Nitriti e unicorni volanti su onde di cartapesta. Dinosauri cyber di etichetta To Lose La Track. Cromalin di musica a metà tra videogiochi e medicine. Gessi e grafica. Qualcosa che non hai mai sentito se non all’interno dei circuiti dei monitor con la bocca piena di torte all’aspirina. Tra i Gentle touch e Gelbart. Giocattolino-pocket da asporto, cartone di latte animato e disperato. Che se tra qualche tempo il vinile ridiventerà oggetto di culto, la cassetta “S/t” gialla o verdone su cui si concedono gli Eeckheart, è un primo passo verso il futuro. Rispolverate i beneamati mangianastri e ascoltate questo breve melodramma tutto d’un fiato. E decollerete verso momentanei incantamenti interstellari.
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