Quello che oggigiorno viene definito deathcore è quanto di più tristemente farlocco si possa trovare in ambito metal. L'alternanza di parti melodiche e altre brutali, l'abuso di trigger, gli stacchi mosh, hanno stancato anche chi questa musica la suona, figuriamoci cosa ne può pensare un comune ascoltatore. Purtroppo suonare pesante anche senza sapere cos'è il metal è diventato il pane quotidiano di molti teenager che pretendono di essere aggressivi, ma che risultano spesso patetici. I Rosa Antica da Torino possono essere inseriti in questo filone, ma solo in parte, prima di tutto perchè non sono di certo diciottenni e hanno una buona esperienza musicale alle spalle - e già questo li rende credibili - e inoltre, perchè il death metal melodico che propongono ha sì le influenze sopra citate, ma fuse ad una vena alternative rock che allarga gli orizzonti e riesce a rendere l'ascolto dell'album meno noioso ed irritante di quanto il genere potrebbe far pensare. L'uso delle tastiere e l'inserimento di intermezzi convincenti danno credibilità ad una band che forse farebbe bene a togliersi la maschera del death per elaborare uno stile personale che mischia hard rock moderno a parti più darkeggianti e filo-industrial. Più Fear Factory periodo "Demanufacture" e meno Killswitch engage insomma. La strada è tracciata, la decisione se seguirla o meno, spetta al gruppo.
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La recensione Seven di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-06-17 00:00:00
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