The Temponauts A Million Year Picnic 2007 - Rock, Psichedelia, Pop

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Primavera, fiori colorati, il profumo dell'erba appena tagliata, i giubbotti di pelle restano nell'armadio, le braccia scoperte, il sole scalda e il venticello è fresco, tutto perfetto per il pic nic che stavi aspettando da un po': dalle terre di nebbia piacentine spunta un disco di cui è semplicemente lecito innamorarsi.

Un luminoso impianto jingle jangle Anni Sessanta che poggia su una calda sezione ritmica, suoni saturi e avvolgenti, coretti che si rincorrono come conigli bianchi in un sontuoso giardino vittoriano, melodie che sanno di meraviglia come la vista di certi arcobaleni inaspettati (lo sappiamo, in Primavera la pioggia è sempre dietro l'angolo...ma non è mai cupa, piuttosto fertile e generatrice): i ricordi pescano l'estatica indolenza degli Stone Roses, la dolcezza psichedelica dei Love, le visioni pop in technicolor dei Byrds...

Sono in cinque e hanno un grande talento: debuttano e non suonano per nulla calligrafici pur pescando a piene mani nell'universo del Paisley Underground (non sai cos'è? Parti da qui allora!), e tra un "Sha la la la" e percussioni démodé dal gusto Flower Power ci gettano perle come "Men Of Dangerous Maybe", "(She's An) Animal" e la splendida e malinconica "Come Back Saturday" (bella anche "That's How Strong My Love Is", cover di Otis Redding già notata sulla compilation "Wild Sound From The Past Dimension").

Le cronache ce li danno in partenza per il Cavern di Liverpool per onorare l'annuale festival International Pop Overthrow: uno di quei dischi che, come dice un mio amico, non prenderà la polvere. Scopriteli adesso!

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La recensione A Million Year Picnic di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-02-22 00:00:00

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