Non siamo altro che 3 marci e sporchi nullatenenti, che vogliono spaccare e distruggere. Ci ubriachiamo per rallentare la grandinata di pensieri che ci ammacca il cervello e facciamo le capriole sui vetri. Amiamo le bombe e le raffiche come un freno a mano di allegria perpetua. E ho detto tutto. La frase di presentazione del gruppo sulla loro biografia, così irresistibile da riportarla qui, è fantastica quanto delirante così come la loro musica e i titoli delle loro canzoni (“Pelo pubico”, “Porno revolution”): i Nirvana che si ispirano ai Melvins travestiti da Kyuss. Chitarre fat and loud alla Josh Homme ma anche fuzzy e grunge, riflessioni psichedeliche, vertigini punk garage, urla da lacerare la gola, bassi palpitanti. Suoni saturi, devastanti e fragorosi. Aria pesante e sudicia che sprigiona onde impulsive di grezza elettricità, dove i vetri piuttosto si spaccano e le bombe esplodono, i pensieri corrono all’impazzata sotto i colpi di una mitragliatrice di rumori che violentano il cervello. Poco conta se sono originali, se rianimano suoni ed emozioni dei primi anni novanta. Quel che conta è che "Heavy Metal" celebra il ritorno di suoni trasandati e maledetti che ancora oggi percuotono, perché costruiti con gusto, con una tale forza ed energia che scaraventano nella nostalgia e trasmettono inevitabilmente quella voglia matta di spaccare e distruggere.
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La recensione Heavy Metal di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-01-30 00:00:00
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