Tanake
3ree 2007 - Strumentale, Sperimentale, Jazz

3ree

Altro disco d’alto livello per l’anomalo terzetto sardo/toscano, ormai una realtà consolidata dell’impro-rock nostrano. La loro è una musica colta e strumentale, suonata con chitarra/basso/batteria più trombone e una discreta marea d’effetti a disturbarne l’ascolto. Un’attitudine che gli accomuna ad altre band peninsulari, in primis i piemontesi Anatrofobia e i tosco/bolognesi Sinistri.

Una musica ruvida e di difficile ascolto. Musica che raggiunge di continuo i confini col jazz, giungendo con l’utilizzo dei fiati e di un basso metallico a sonorità che ricordano facilmente anche i nostri magnifici Zu ("Loft Serenade"), nel loro lato meno matematico e più improvvisato. Il free-jazz è qualcosa che piace molto ai Tanake, e che ritroviamo spesso presente durante l'ascolto di questa loro ultima fatica (ad esempio in "Dustin Soup"), negli echi sempre presenti delle infinite opere di John Zorn, ma anche dai sempre attuali vecchi miti Ayler e Coleman. Non mancano pezzi d’astrattismo ambientale, da Space is the Place ("Dismorfofobia di Marylin"), dove l'informe e scuro paesaggio è a volte percorso da scosse di suono elettrico e granitico, a volte lasciato a veleggiare nel caos indistinto.

Spezzati, squadrati, attraversati da onde radio, i Tanake non lasciano via d'uscita all'incessante lavoro di martellamento strumentale, tranne forse nei rari intermezzi coi nastri presi da radio o telegiornali d'epoca. Musica decomposta per un ascoltatore attento che non lascia nulla al caso, ma che a volte può essere anche usata come sottofondo distratto di una piacevole serata casalinga.

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