Allora, piccolo consiglio: i flyers… o li fate come Cristo comanda, o se no è meglio lasciar perdere, perché possono diventare innocentemente controproducenti! Il foglietto sbrindellato dei Lisa Genetica, ad esempio, c’era riuscito sul serio a farmi incazzare, perché come fai a non imbestialirti quando leggi un attacco come “Chi sono i Lisa Genetica? Ma soprattutto perché esistono?”. Criminali domande alle quali per di più non si dà risposta, perché “sarebbe troppo convenzionale rispondere a queste domande con un semplice elenco di date e nomi…”, e via sfarfallando.
Ma andate in mona, mi ero detto, adesso vi do un ascolto distratto più che altro per far contento quell’adorabile kapò di Murizzi, che se no poi per rappresaglia mi scarica addosso qualche altro quintale di cd-r (con relativi flyers, aaaargh!). E così ho fatto, passando il mini-cd con 4 brani mentre leggevo, riordinavo pensavo: “Fanculo debbo fare il settequaranta!”. Ma pian piano, molto in fretta anzi, il dischetto prese a trascinarmi fuori da tutto ciò che non era ascolto, e mentre le canzoni scorrevano, le ordinarie cure sbiadivano, gli lasciavano campo.
Niente di originalissimo, per carità: anzi i testi son quelli che sono, le voce del cantante o è mixata male o è quella che è, la proposta, dondolante fra stilemi degli ultimi 10-15 anni di rock alternativo, è quella che è. Eppure, ‘sti ragazzi di Cuneo (Cuneo, giusto?), hanno dentro qualcosa, non cosa, che cattura. Saranno le chitarre ballerine ed ispirate; o l’affiatamento che si sente; o una musicalità insinuante, che alla fine ti fa pensare che quella cazzata in fondo al flyer, “musica definibile ma non definita”, e beh, non è mica tanto una cazzata.
Insomma, i Lisa Genetica hanno quel quid, qualunque cosa sia. Quello che è.
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