È proprio un bel disco l’esordio degli Hexperos, un album che muove dalla musica da camera e dall’ambient per andare a comporre una trama circolare, scura e di sicuro impatto, non distante, anche qualitativamente, dalle proposte di realtà come Arcana, Dark Sanctuary, Raion D’Etre o Dead Can Dance.
Progetto nato intorno ad Alessandra Santovito ed ai musicisti da lei conosciuti nel corso della sua esperienza con i Gothica o durante i concerti di musica da camera, Hexperos trae il suo nome dalla figura mitologica delle Esperidi, ninfe che custodivano l’albero dalle mele d’oro di Era, e da Hesperos, il nome della prima stella della sera (Venere). I temi dell’amore, della femminilità e della natura ricorrono spesso nei brani, che vanno dagli episodi originali, come la storia di passione “Hesperos” o anche la bella “The garden of the Hesperides”, a quelli tratti dalla tradizione, come “Nana”, una ninna nanna spagnola rielaborata da Manuel De Falla, e “Ave Maria” di Caccini.
L’album si apre e chiude con “Walking roots”, ed in mezzo si assiste ad un fluire scuro e calmo in cui la voce di Alessandra si amalgama docilmente con le musiche composte a quattro mani con Francesco Forgione, che con tastiere e contrabbasso accompagna amabilmente. L’atmosfera ricreata si sposta dai momenti più lirici a quelli più ambient o rituali, mantenendo comunque un proprio carattere che unisce e porta ad uniformità tutti gli elementi ed i rimandi presenti. Le sonorità sono cupe e spesso scarne, minimali, molti i brani strumentali.
Il risultato è un episodio assolutamente da non trascurare, che riesce a conquistare ascolto dopo ascolto. Imperdibile per gli appassionati di musica dark neo classica, questo “The garden of the Hesperides” è un disco assolutamente consigliato. Bravi.
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La recensione The Garden of the Hesperides di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-11-19 00:00:00
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