Parte bene, parte bene questo ep, tanto da farmi immaginare un ipotetico dialogo: “Marc Bolan che fai stasera? Ti va di venire con me al concerto degli Hiroshima Mon Amour? Ti piacerebbero!” Anche se probabilmente alla fine del concerto mi direbbe: “Ok, niente male, ma dovrebbero impegnarsi un po’ di più. D’accordo che sono nati da poco, ma quella voce un po’ arranca, le intuizioni ci sono, sì, ma vedi… a tratti sembrano un po’ ripetitivi. Sono fiducioso però”. Poi s’andrebbe a bere.
Deliri a parte, il disco non dispiace affatto, pare un buon assaggio di approfondimenti futuri che fa ben sperare, "The nuclear age" ad esempio, ha un buon crescendo, è coesa, cattura e carica. Che tante volte si fatica a trovare qualcosa di “sconosciuto” che sia davvero intrigante e ad ascoltarlo con la voglia di farlo. Il tempo dei brillantini extra-glam soffiati da una Campanellino isterico-ballerina è passato, ma fa sorridere ripensarci ogni tanto.
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La recensione Here Comes The Hurricane di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-11-21 00:00:00
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