24 Grana Ghostwriters 2008 - Cantautoriale, Alternativo, Acustico

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Non si può definire “rivoluzione”, ma di certo il deciso cambio di rotta in questo “Ghostwriters” è evidente. In realtà, fin dal principio degli anni 2000, la band partenopea manifestava la volontà di rallentare il ritmo, avvicinandosi a quella forma-canzone che oggi sembra essere l’unica formula in cui credere. A ricordare, infatti, i rtimi e la foga “barricadera” che ne caratterizzavano gli esordi, non racconteremmo nel migliore dei modi il significato di queste 9 tracce, istantanee di una vita che nessun telegiornale o trasmissione televisiva mai saranno in grado di mostrarci.

I 24 Grana si trasformano completamente in cantautori, quasi fosse ormai naturale utilizzare questa forma (appunto) per raccontarci le vicende di un’Italia sull’orlo del baratro. Utilizzano per l’occasione tanto l’italiano, facendosi aiutare in un caso da Riccardo Sinigallia e nell’altro da Filippo Gatti, quanto il dialetto, modalità espressiva che invece caratterizza da sempre il loro percorso. I risultati sono quasi sempre al livello delle aspettative, eccezion fatta per l’episodio realizzato proprio con Sinigallia, dove la formula delle 2 voci alternate non convince anche dopo ripetuti ascolti; sarà forse che il sottoscritto non ha mai apprezzato l’autore romano, ma il connubio non pare affatto riuscito. A differenza, invece, degli episodi in cui Francesco Di Bella si fa accompagnare prima da Marina Rei (nella bellissima “Smania ‘e cagnà”) e in seguito dall’ex vocalist degli Elettrojoyce (in “Le verità”), duetti in cui l’amalgama fra i protagonisti ci paiono decisamente più riusciti.

Non ci sono comunque solo ospiti nella quinta prova discografica del gruppo; ci sono - come sempre - i 24 Grana, con la loro capacità unica di essere ancora una volta voce fuori dal coro. Mancano forse quegli episodi in cui la formazione, musicalmente parlando, “mostrava i denti”, ma rimane la convinzione che con punte di eccellenza come la splendida “Carcere” - dove cantano “Mariscialle e guapparia fanno ‘na sola cunsurtaria”, proprio a fotografare in maniera impietosa lo stato di degrado e corruzione in cui versa quest’italietta piccola piccola, sempre più vicina al baratro - ben pochi appunti potremo muovere a un lavoro del genere.

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La recensione Ghostwriters di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-02-15 00:00:00

COMMENTI (3)

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  • GinoGino 2 mesi fa Rispondi

    Album incredibilmente incompreso e sottovalutato, nasconde dei significati estremamente forti e profondi

  • utente0 16 anni fa Rispondi

  • enver 16 anni fa Rispondi

    a me invece piace tantissimo Avere Una Vita Davanti (con Sinigallia), ché contiene frasi assai pregnanti come "La vita è così, si alza al mattino e si abbassa alla sera". E piace ben poco quella con la Rei. Nel complesso gran disco, con "Carcere" e "Accireme" su tutte