Gli Imodium sputano emozioni laceranti ad alto tasso di irruenza. Registrati da Fabio Magistrali e coprodotti da ben 12 etichette, cinque italiane e sette estere, tirano fuori un post grunge-core grezzo e scatenato, attenuato in buona parte da una dose di melodia che leviga il tutto. Si parte decisamente scattanti e con il piede giusto. Sonorità punk-noise e hardcore corpose, cariche di tensione, equilibrate da una voce bella e poderosa, vicina a quella di alcuni personaggi della Seattle anni ‘90, spesso rinforzata da possenti urla di tradizione old school. Il resto è una scarica di note furiose che finisce facilmente per travolgere in un ballo convulso a colpi di spallate. Giri di chitarra incontrollabili, basso prepotente e batteria martellante scalpitano e a volte spazzano via ogni desiderio melodico. Per quanto possano rimbalzare in testa nomi di gruppi della scena noise-core o anche grunge, è percepibile una loro distinta personalità e un’indiscussa abilità a proporre gustose melodie (vedi i primi quattro pezzi). Sarà difficile non memorizzare almeno uno di questi motivi. Sul finale si poteva fare a meno di alcuni pezzi che inseguono riff precedenti e rischiano di appesantire l’ascolto, restando comunque tesi e affilati fino all’ultimo minuto. “Umarldym dla”, con un ritornello emo-core da far gola, è il perfetto biglietto da visita della band che, a quanto pare, visto tour e coproduzioni, si sta già conquistando un mercato estero. Per chi ha bisogno di dirompenti scosse di energia.
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