Kayser Soze. La busta di plastica numerata contiene disco, racconto, adesivo, scatola di fiammiferi vuota. È il reperto numero 31 di QuantaMarmellataPerTerra e Kayser Soze è il nome del locale berlinese da cui provengono i fiammiferi. Casualità che sia capitata proprio a me, ma non avrei potuto trovare riferimento migliore da associare a questo lavoro. Come la fantomatica figura de “I soliti sospetti”, il progetto di Valerio Millefoglie (romanziere e aspirante) e del polistrumentista Massimo Martellotta (che da solo fa le veci di un gruppo) è multiforme e sfuggente.
Il disco è diviso in due parti, a percorrere i binari lungo i quali si muovono i live del duo: tre pezzi-canzone e tre pezzi-reading. Elemento comune ad entrambi i lati è un’attitudine innata alla fuga laterale, che spiazza e rilancia in direzioni inattese, siano esse l’avvento dei marziani o le disavventure di una diva del muto, raccontate con dovizia in un annesso racconto. La voluta confusione tematica si rispecchia in una alluvione di stimoli musicali, fatto senza dubbio coerente ma che a tratti porta a situazioni decisamente debordanti (il pezzo d’apertura). Diverso il discorso per “VM18”, gioiellino di non-sense pop che meriterebbe successi da tormentone per quanto si incolla in testa. A metà disco si apre la sezione narrativa in senso proprio, con tre avventure del “Lottatore mascherato con gli occhiali”, sorta di radiodramma a puntate in puro stile-Millefoglie, sospeso tra surreale, malinconico e ironico.
Ultimato l’excursus, si arriva al momento di dare un senso globale a quanto scritto. Qui iniziano le difficoltà, perché è a questo punto che emerge in modo compiuto l’essenza Kayser Soze di un lavoro di cui si afferrano vari frammenti senza però riuscire ad avere una visione d’insieme. Principale imputata è la durata risicata dell’album, inadatta a calare in toto l’ascoltatore nelle suggestioni del duo. Non si può quindi negare che un po’ di delusione alla fine resti: delusione perché tutto si interrompe troppo presto, impedendo a Millefoglie e Martellotta di esprimere fino in fondo ciò che sono, ovvero uno dei progetti più interessanti che ci siano in giro. Tocca aspettare, si aspetterà.
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La recensione Sono Stato Io di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-01-18 00:00:00
COMMENTI (3)
Nice site!
Sono amico di Martellotta da molti anni e sin dai suoi progetti ai tempi del liceo mi è sembrato il musicista + dotato che avessi mai visto suonare tra quelli "non famosi" diciamo. Ora suona con Finardi, Copeland, Mauro Pagani, quindi è uno di quelli + dotati tra quelli + cazzuti!:]
Questo non è uno dei progetti più interessanti che ci siano in giro, questo è IL progetto più interessante che c'è in giro
E' penalizzante il fatto che su disco non si percepisca la natura quasi teatrale del live, che è veramente uno dei spettacoli più originali a cui si possa assistere
finalmente qualcosa che non assomiglia a niente che ci sia già in giro